Borges batte la Nike a Buenos Aires “Non toccate il caffè degli scrittori”

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I milioni della Nike o la memoria di Jorge Luis Borges, Julio Cortazar, Graham Greene e Antoine de Saint-Exupery? I proprietari del locale che fino a due settimane fa ospitava la bellissima “Confiteria” Richmond a Buenos Aires non hanno avuto dubbi. Hanno chiuso il vecchio bar con i tavoli di legno lucidi, che assomigliava ad un pub inglese, ed erano pronti ad affittare il grande locale alla Nike per un nuovo shopping center nella centralissima calle Florida, il “Corso” strettamente pedonale della capitale argentina.
L’intervento di un giudice, sollecitato dalle proteste dei cittadini e degli impiegati, che esigendo salari arretrati hanno occupato il locale, ha fermato tutto ma, per ora, la “guerra del Richmond” – come l’hanno chiamata i giornali di Buenos Aires – sembra appena cominciata. Con l’obiettivo di difendere il valore storico dell’immobile il giudice ha ordinato che non può essere modificata né la struttura né la facciata dell’edificio ma i proprietari minacciano ricorsi in tribunale e nonostante una delibera comunale nella quale sono registrati i cosiddetti “locali storici” della capitale non esiste alcuna legge che li protegge da un eventuale cambiamento di utilizzazione (come in questo caso da bar a negozio)
L’eccezionale boom turistico di Buenos Aires, determinato dalla svalutazione della moneta nazionale – il peso – dieci anni fa, ha trasformato la capitale argentina nel luogo più economico dell’America Latina per fare shopping. Dal Brasile, dal Cile ma perfino dalla Colombia e dal Messico (lontano una notte di volo aereo) migliaia di turisti arrivano in Argentina per comprare nei negozi, mangiare e divertirsi, spendendo fino a cinque volte meno che nel loro paese grazie al cambio a loro molto favorevole. Così calle Florida e tutto il “microcentro” di Buenos Aires sono diventati molto “appetitosi” per le grandi firme del consumo internazionale.
Nel vortice c’è finito anche il Richmond, al numero 466/468 di calle Florida. Un bar dove il giovane Borges trascorreva i pomeriggi insieme ai suoi amici poeti (il “Gruppo Florida”, appunto) e cantava, storpiandolo, il Rigoletto di Verdi. Ma anche il locale dove Graham Greene ambientò Il console onorario (1973) e dove i personaggi della Rayuela (1963) – tradotto in italiano con il titolo Il gioco del mondo – di Jorge Cortazar prendevano il caffè. Insomma il più squisitamente letterario dei caffè di Buenos Aires, disegnato nel 1917 dallo stesso architetto del Colon, il grande teatro dell’opera argentino.
Di fronte allo scandalo, i responsabili della Nike hanno sospeso il loro programma di affittare l’edificio, e adesso clienti e impiegati sperano che il Richmond possa riaprire magari con nuovi soci.


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