La manovra diventa legge Confindustria: sono solo tasse

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ROMA – Diventa legge dello Stato con l’ennesima fiducia la più tormentata manovra della storia della finanza pubblica italiana. Con 316 sì e 302 no l’assemblea di Montecitorio, mentre nella piazza antistante si registravano scontri tra polizia e dimostranti, ha dato il semaforo verde al provvedimento composto di 27 articoli, arrivato al capolinea dopo almeno cinque versioni. Un intervento che vale 53,3 miliardi nel 2013 quando dovrebbe consentire il pareggio di bilancio. Ma la sorpresa dell’ultima ora, che conferma le ipotesi dei giorni scorsi, è l’approvazione di un ordine del giorno, a firma del “transfuga” Domenico Scilipoti, accolto dal governo, che prevede il varo di un condono fiscale ed edilizio. Brutte notizie anche il debito pubblico, calcolato da Bankitalia: ha raggiunto un nuovo record a 1.911 miliardi.
«E’ depressiva e piena di tasse», ha commentato indignata la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che ha detto di aver trovato «imbarazzante» il «balletto» della manovra e «non utile alla credibilità  del Paese». Le cifre, una volta tirate le somme, parlano da sole: il 65 per cento della manovra è costituito da nuove tasse. In prima linea l’aumento dell’Iva che scatterà  nelle prossime ore, non appena il provvedimento sarà  pubblicato sulla Gazzetta ufficiale: nell’aliquota del 20, che passerà  al 21 per cento, non solo beni di lusso ma anche alimentari, trasporti, benzina, bar e ristoranti, scarpe, tv, auto e parrucchieri. Il tutto per un incasso di circa 5 miliardi nel biennio 2011-2012.
La Cgia di Mestre, che ha fatto le prime proiezioni, parla di un salasso di 5.700 euro a carico di ciascuna famiglia italiana per il periodo che va da oggi al 2014. Protestano la Cgil, i Municipi e le opposizioni.«E’ pericoloso non incrociare il disagio del Paese», ha commentato il segretario del Pd Bersani.
La partita delle tasse è la più consistente: oltre all’Iva, aumenteranno i prelievi sui tabacchi e sui giochi (1,5 miliardi), sulle rendite finanziarie (3 miliardi nel biennio 2012-2013), sulle imprese (cresce l’Irap sulle concessionarie, per le banche e assicurazioni e per le società  energetiche con la cosiddetta Robin Tax). La riduzione delle agevolazioni fiscali dovrà  fornire 4 miliardi già  dal prossimo anno a meno di un doloroso intervento sull’assistenza Inps.
Colpite le Regioni che saranno costrette a tagliare i servizi: i risparmi ammonteranno a 4,2 miliardi il prossimo anno e 3,2 nel successivo. La scure cala ancora una volta sulle spese delle amministrazioni centrali dello Stato: 10 miliardi nel biennio 2012-2013. Rimaste fuori dal menù le pensioni di anzianità  per il muro della Lega, arriva l’aumento dell’età  di pensionamento delle donne del settore privato: scatterà  dal 2014, con l’incremento di un mese, per arrivare a 65 anni nel 2026.
Una serie di misure sono volte a colpire i più ricchi e gli evasori fiscali (circa 2 miliardi). Dal primo gennaio di quest’anno scatta il cosiddetto “contributo di solidarietà ” del 3 per cento sui redditi sopra i 300 mila euro. Colpiti anche gli automobilisti più benestanti: oltre i 225 kw la maggiorazione del bollo sarà  di 10 euro per ciascun chilowatt.


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