La grande paura per i Btp Spread a 553, tassi record

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ROMA — L’annuncio delle dimissioni del premier Silvio Berlusconi non è bastato. I mercati hanno reagito nella maniera più negativa all’incertezza sui tempi e sulla soluzione della crisi. I titoli pubblici italiani sono finiti sotto attacco e le vendite massicce iniziate sin dall’apertura delle contrattazioni hanno fatto schizzare i rendimenti dei Btp a livelli mai toccati dall’introduzione dell’euro: la soglia del 7% per i decennali è stata rapidamente superata fino a raggiungere il 7,5 e lo spread con il Bund tedesco di uguale durata si è allargato raggiungendo i 575 punti base.
La rottura degli argini del debito sovrano del Paese si è riversata a Piazza Affari innescando il tracollo delle quotazioni, trainato dai titoli delle banche e da quelli di Mediaset, il gruppo della famiglia Berlusconi. Un mercoledì nero, anzi nerissimo per la Borsa e i titoli pubblici, anche a causa della decisione annunciata a sorpresa da Clearnet, la società  internazionale che regola le contrattazioni, di aumentare la situazione alzando la garanzia sui titoli italiani appesantendone i costi per i loro possessori e gli acquirenti, primi fra tutte le banche. Martedì sera Clearnet aveva smentito una tale iniziativa, ma poi ieri è ugualmente intervenuta peraltro senza notificare la misura alle autorità  competenti, fra le quali la Banca d’Italia. Un comportamento questo che ha attivato i sospetti della Consob che ha deciso di avviare un’indagine per accertare la regolarità  e la correttezza della società .
Il disastro dei mercati ha dato un colpo d’accelerazione al dibattito politico interno anche se è stato l’intervento deciso della Bce — che è tornata ad acquistare titoli italiani sul secondario a due riprese seppure per importi modesti, ma tuttavia efficaci visto la rarefazione degli scambi e comunque sufficienti a consentire il funzionamento regolare dei mercati — a frenare il crollo.
Ed è stata la presa di posizione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha confermato le dimissioni di Berlusconi e la rapida soluzione dell’incognita su elezioni o governo tecnico, a fermare l’impennata e a consentire il rientro dei valori. Che restano comunque allarmanti in attesa della riapertura dei mercati di oggi e dei risultati dell’asta dei Bot annuali: i Btp decennali hanno chiuso con un rendimento al 7,27% mentre lo spread è rientrato a 553 punti base. La Borsa di Milano, che era arrivata a perdere il 5%, ha chiuso limitando il passivo a 3,78% con Mediaset, maglia nera, in calo del 12% e Unicredit del 6,8%. In discesa, comunque, anche le altre borse europee con Parigi in negativo per il 2%, Francoforte per l’1,8% e Londra per l’1,9%. Hanno tremato anche i titoli pubblici francesi il cui differenziale col bund tedesco ha toccato il suo massimo storico a 148 punti. In Banca d’Italia, l’incontro con la delegazione degli osservatori della Commissione europea e della Bce si è svolto a livello tecnico con i responsabili dell’Area ricerche e del Centro Studi. I quali hanno ribadito la posizione della Banca, espressa a più riprese, dal vecchio e dal nuovo governatore, Mario Draghi e Ignazio Visco. Si rivedranno oggi perché l’obiettivo della Commissione, condiviso dalla Bce, è di presentare il rapporto sul monitoraggio fatto sull’azione di politica economica dell’Italia all’Ecofin di fine novembre.


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