Blocco anti-smog, Milano ci ripensa verso le targhe alterne in tutta la provincia

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MILANO – Il timore di un lunedì nero, con traffico intorno al centro storico in tilt e le metropolitane prese d’assalto dalle migliaia di persone lasciate a piedi, ha spinto il sindaco Pisapia a fare marcia indietro. Domani niente blocco della circolazione a Milano all’interno della Cerchia dei Bastioni: l’ordinanza firmata da Palazzo Marino poco più di un mese fa è stata revocata nella parte che riguarda la fase due, quella più restrittiva, che sarebbe dovuta entrare in vigore dopo quattordici giorni consecutivi di polveri sottili al di sopra della soglia di attenzione.
Liberi tutti, dunque, ma solo per un giorno. Perché da martedì, al più tardi mercoledì, potrebbe scattare un altro provvedimento antismog: targhe alterne e stop dei veicoli diesel Euro 3 fino all’Immacolata (8 dicembre) non solo a Milano ma su tutto il territorio provinciale. In tutto 134 comuni che domani si incontreranno in Provincia per prendere insieme una decisione. «Un passo indietro e due in avanti», sintetizzano in Comune. Perché la decisione di rimangiarsi un provvedimento firmato appena un mese fa (era il 18 ottobre quando Pisapia siglò un’ordinanza rivoluzionaria e decisamente più severa rispetto a quella approvata l’anno prima da Letizia Moratti), in realtà  ha aperto una strada che, se dovesse essere percorsa fino in fondo, potrebbe portare risultati più efficaci. Sollevando però anche le dure critiche del centrodestra cone l’ex vicesindaco Riccardo De Corato che parla di «un sindaco e una giunta in stato di caos e confusione, che firma un’ordinanza e alla prima emergenza la ritira».
Al tavolo, concordato ieri in un incontro tra il sindaco Pisapia e il presidente della Provincia Guido Podestà , i due enti proporranno le targhe alterne e il blocco degli Euro 3 per almeno una decina di giorni consecutivi, ma saranno poi i sindaci dei singoli comuni a decidere se aderire o meno all’iniziativa. «Siamo fiduciosi – commenta Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità  di Palazzo Marino – . Un provvedimento che coinvolge un territorio così ampio sarebbe certamente più efficace dello stop alla circolazione solo nel centro di Milano». Il dialogo con l’hinterland è già  stato avviato e ha portato, come primo risultato, una domenica a piedi condivisa (la scorsa) e un pacchetto di tre giornate senz’auto in primavera.
L’emergenza, a Milano, resta alta. Venerdì le centraline dell’Arpa hanno registrato nuovamente valori di Pm10 altissimi – 111 e 91 microgrammi per metrocubo contro i 50 fissati come limite massimo dall’Ue – e le condizioni climatiche non fanno ben sperare. Niente vento né pioggia per i prossimi giorni. Anche questo dato ha spinto Pisapia a rinunciare al blocco di auto e moto in centro. Il rischio, hanno detto i tecnici, sarebbe stato quello di dover fermare i veicoli per parecchi giorni di fila, provocando disagi prolungati. Con una rete di trasporto pubblico che, secondo gli stessi vertici di Atm, avrebbe faticato ad assorbire quei 50 mila passeggeri in più previsti in caso di chiusura del centro alle auto.


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Le vere sfide dell’agricoltura

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La drammatica situazione in cui versa l’agricoltura nazionale richiederebbe scelte coraggiose. Invece di programmarle però, il ministero delle Politiche Agricole e Forestali rimane il dicastero più soggetto a cambiamenti di guida. Guarda caso, è sempre il primo a essere coinvolto quando serve un rimpasto di governo. Mi chiedo con questi presupposti come si possa fare qualcosa di davvero costruttivo, o quanto meno che abbia un senso. In tutti i Paesi d’Europa si lavora per cambiare una politica agricola ormai insostenibile, occorrono nuove idee per affrontare le sfide che ci attendono e noi, continuando a sottovalutare l’agricoltura, rischiamo di perdere grandi occasioni. Ma non è soltanto un problema politico. Anche sul fronte del pensiero economico, tutto tace.

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