Monti: “Stiamo rischiando il baratro l’Italia si salva solo con questa manovra”

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ROMA – «Gli occhi del mondo sono puntati su di noi, l’Italia non fallirà ». Stampa estera, Camera e Senato. Mario Monti continua a spiegare il decreto «salva-Italia» nel tentativo di potenziarne gli effetti su mercati e cancellerie straniere. Con le ore il pacchetto approvato domenica sera diventa il «salva-Europa», siamo entrati nella settimana cruciale per l’euro che si chiuderà  con il summit di Bruxelles di venerdì. «Noi abbiamo fatto la nostra parte», assicura Monti dopo la manovra da 30 miliardi lordi, se è vero che il futuro della moneta unica «dipende anche dalle nostre scelte». Il rischio è chiaro: «Ridurre il debito è una esigenza totale, ogni deviazione rischia di far sprofondare il Paese in un abisso, l’esempio della Grecia è vicino e senza il pacchetto di riforme crolleremmo esattamente come Atene».
Il premier nega che il decreto «preparato in soli 17 giorni» stroncherà  il Paese: se scendono gli spread – come avvenuto ieri – «ci sarà  più sollievo di quanto i singoli provvedimenti potrebbero avere di effetto recessivo». Proprio per parlare ai mercati, oltre che alle capitali europee, Monti ricorda che l’Italia «deve risolvere i problemi che la rendono poco credibile se non addirittura fonte di possibile infezione nell’Eurozona». È il noto problema di credibilità  accumulato dal governo Berlusconi. Proprio il Cavaliere è alla Camera ad ascoltare Monti, che lo ringrazia per quanto fatto a Palazzo Chigi (il Professore è attento a non urtare la suscettibilità  dei partiti) e con un lapsus lo chiama presidente del Consiglio.
Ma è a tutti i leader di partito che Monti si rivolge quando inquadra il presente in «uno di quei momenti storici nel quale il dovere di tutti è esser fedeli all’Italia, in cui pensare ogni istante alla salvezza della nazione». Insomma, se confida che «saremo sostenuti dal Parlamento», comprende che nessun partito «sarà  soddisfatto delle misure e non dovrà  esserlo perché il nostro mandato è proprio quello di chiedere sacrifici». A scanso di equivoci ricorda che se Roma fallisce crolla l’Europa. Ammonisce: «Fuori dall’euro e dalla casa comune dell’Ue ci sono il baratro della povertà  e della stagnazione, il crollo dei redditi e del potere d’acquisto, l’assenza di futuro per il paese e le giovani generazioni. Non esiste alternativa». Poi rimarca la sua sicurezza che comunque «l’Italia non fallirà », ma serve «il contributo di tutti».
Il professore della Bocconi ricorda che quello approvato domenica è solo «il primo passo». Promette tagli più incisivi ai costi della politica, invita il Parlamento ad attivarsi per abolire le province, conferma che la riforma del mercato sarà  «il prossimo cantiere a distanza di qualche giorno» e sarà  oggetto di un confronto con le parti sociali. La bussola guarda al modello del Nord Europa, una maggiore flessibilità  abbinata a più sicurezza sociale («accrescendo di molto la possibilità  di transito e di training» dei lavoratori). Infine annuncia azioni a sostegno delle famiglie e per Natale invita tutti a comprare Made in Italy. Ad ogni modo assicura che Roma farà  la sua parte, ma poi tocca all’Europa fare la sua dotandosi di regole che risolvano il problema euro a livello sistemico. Ai giornalisti stranieri riserva un aneddoto sulla Tatcher che in un colloquio gli disse: «Dopo averla ascoltata capisco perché gli italiani hanno bisogno dell’Europa per avere un vincolo esterno che li costringa ad avere un bilancio sano, ma gli inglesi non hanno bisogno perché hanno avuto me».
Dopo avere ascoltato Monti alla Camera Berlusconi gli “consiglia” di porre la fiducia «altrimenti non credo che ci sia la possibilità  di approvare la manovra». Bersani la giudica non abbastanza equa e chiede miglioramenti, mentre Casini sprona i partiti a sostenere il governo «senza furberie e pavidità ». L’Idv annuncia il suo no al decreto, mentre Bossi vede solo misure depressive e chiede: «Ma Monti cos’è venuto a fare?».


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