Bancarotte, truffe carosello e abusivismo finanziario così viene “spogliata” l’Italia

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Frodi Iva, bancarotta tributaria ed esercizio abusivo dell’attività  finanziaria. Meccanismi sempre più complicati con cui aziende, società  e persone fisiche evadono il Fisco. Perché nei 300 miliardi di euro l’anno che nel nostro Paese vengono sottratti all’erario non ci sono solo gli scontrini non battuti. Ci sono i 29 miliardi di euro secondo Price Waterhouse Coopers (secondo altre stime la cifra arriverebbe a 60 miliardi) di imposta sul valore aggiunto non pagata nel 2010. Ci sono catene di società , sistemi articolatissimi e sempre più difficili da svelare, che rubano centinaia di milioni allo Stato. E che sono la base, imprescindibile, della criminalità  economica. Che trae dall’evasione fiscale più dell’80% dei suoi guadagni. Strutture complicate contro cui forze dell’ordine e magistratura lottano da anni. Secondo il classico cliché da guardie e ladri: man mano che i meccanismi vengono scoperti, i “grandi evasori” affinano ingegno e metodo. E le società  “create” per nascondersi al Fisco diventano due, tre, quattro, cinque. Giri vorticosi che spesso si spingono anche oltre i confini nazionali. Sistemi che coinvolgono sempre più persone. Ci sono veri e propri “consulenti” specializzati nei raggiri tributari, studi commerciali che forniscono il know-how necessario. Un pacchetto completo che comprende anche i prestanome (come nel caso romano che ha portato in manette il presidente della Confcommercio capitolina, Cesare Pambianchi e il suo socio, Carlo Mazzieri). Ci sono consulenti finanziari, spesso abusivi (vedi l’inchiesta sul “Madoff dei Parioli”, Gianfranco Lande), ai quali vengono consegnati capitali di cui l’erario non ha alcuna contezza. Non sarà  un caso se, in tutti i grandi processi economici degli ultimi anni, ai protagonisti viene contestata l’associazione per delinquere.


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