Destra divisa nel ricordo di Acca Larentia

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ROMA – Per l’occasione avrebbero dovuto manifestare unite le varie anime dell’estrema destra italiana, da Casa Pound a Forza Nuova senza dimenticare qualche reduce di Avanguardia nazionale. Insieme per la prima volta dopo anni di litigi e divisioni. L’unione però è durata poco e oggi pomeriggio a celebrare l’anniversario della strage di Acca Larentia molto probabilmente si ritroveranno in poche decine, vecchi militanti dell’estremismo nero più o meno ripuliti negli ultimi anni. 
L’appuntamento è in piazza Asti, nel quartiere Tuscolano, dove dovrebbe partire un corteo diretto fino ad Acca Larentia, davanti l’ex sezione del Movimento sociale italiano dove verranno ricordati i tre militanti del Fronte della Gioventù uccisi la sera del 7 gennaio 1978. A cadere sotto i colpi di un commando furono Franco Bigonzetti, 20 anni, e Francesco Ciavatta, 18, mentre Stefano Recchioni, di 19 anni, morì qualche ora dopo ucciso da un proiettile sparato dai carabinieri chiamati a fronteggiare la reazione dei fascisti all’omicidio dei due giovani. 
Nei giorni scorsi l’Anpi ha chiesto al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro di non autorizzare la manifestazione. «Mette a forte rischio la sicurezza della capitale – ha detto l’associazione dei partigiani – rischiando di alimentare l’odio politico e di trasformarsi in un evento mediatico da apologia di fascismo e dell’antisemitismo». Una preoccupazione legittimata anche dalle recenti aggressioni compiute nella capitale da militanti di Casa Pound contro giovani del Pd. 
L’idea di trasformare l’anniversario di Acca Larentia in un momento di riaggregazione del neofascismo italiano è nata la scorsa estate nel corso del «Forum della solidarietà  sociale», una tre giorni tenuta a luglio a Subiaco proprio con lo scopo di mettere in contatto tra loro gruppi e generazioni differenti di destra. E, almeno inizialmente, questo tentativo avrebbe funzionato, al punto che nelle intenzioni del Forum la manifestazione di oggi avrebbe dovuto essere il primo momento per tornare a marciare tutti insieme. 
Ma l’unità  tanto cercata è durata poco. Da una parte sono rispuntate fuori vecchie rivalità  tra gruppi, dall’altra Casa Pound è sempre più intenzionata ad accreditarsi verso il Pdl e il sindaco di Roma Gianni Alemanno, e per questo attenta a mostrarsi lontana – almeno a parole – dai saluti romani e dalle grida inneggianti al Duce tipiche di Forza nuova e degli altri gruppi dell’estremismo nero.
La tragedia di Firenze, con l’uccisione di due senegalesi da parte di un militante di Casa Pound, ha poi suggerito al movimento di tenere un profilo ancora più basso, arrivando a sfilarsi dalla manifestazione di oggi.
Intanto anche ieri ci sono state reazioni alla richiesta dell’Anpi di autorizzare il corteo. «In questi giorni Anpi e sinistra hanno utilizzato parole gravissime e inaccettabili, come se i nostri tre giovanissimi attivisti, trucidati e vittime innocenti, fossero gerarchi nazisti», ha detto Fabio Granata, vicecoordinatore nazionale del Futuro e libertà . «La memoria non può essere interdetta – ha proseguito Granata – e noi che, provenendo da quella storia politica, abbiamo superato certi orpelli e certa estetica non possiamo accettare l’idea che si possa concepire di vietare una manifestazione di ricordo in forme civili e solenni».
Il problema, però, non è il ricordo delle vittime di 34 anni fa, ma le forme in cui si manifesta. Come ricorda l’Anpi, che si dice giustamente preoccupata per le possibili conseguenze. «Gli organizzatori del corteo – ha ricordato infatti l’associazione – sono stati protagonisti negli ultimi mesi di gravi episodio di violenza politica e razzista, dalle aggressioni ai militanti del Pd alle minacce a esponenti della comunità  ebraica romana».


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