Povertà  ed esclusione sociale gli italiani a rischio sono quasi 15 milioni

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Un europeo su quattro è a rischio povertà  e otto su cento già  vivono nella miseria. Gli italiani sono nella media (che è del 23,4), anzi sono leggermente sopra, con un 24,5. E di poveri veri, soprattutto al Sud, se ne contano già  uno su 7, gente che non mangia adeguatamente, che non riesce a fare una settimana di vacanza, che non ha un tv-color, un telefono, una casa ben calda e non riesce a pagare le bollette. Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, nel rischio povertà  colloca l’Italia al terzo posto nell’Eurozona, dopo la Grecia (27,7%) e il Portogallo (25,3%). I dati sono del 2010 e fotografavano un Europa a 27 con 115 milioni di persone in bilico sulla scala della miseria, che arriva quando il reddito è inferiore al 60 per cento della media nazionale, assistenza sociale compresa, ma pensioni escluse, quando le privazioni sono materiali o quando c’è poco lavoro in famiglia. In Italia di persone che rischiano la discesa nel baratro nel 2010, secondo Eurostat ce n’erano 14,7 milioni, con una percentuale di giovani e bambini (i più a rischio ovunque), maggiore però rispetto alla media europea, quasi il 30 per cento. 

LUCI E OMBRE
Se il rischio povertà  in Europa è aumentato tra il 2009 e il 2010 (da 23,1% da 23,4% tra 2009 e 2010), quello italiano è comunque in leggera flessione percentuale con un meno 0,2%. C’è però un indicatore che è peggiorato in Italia: è salito il numero di cittadini (da o a 59 anni), che vivono in un nucleo familiare dove le persone attive lavorano ben il 20 per cento in meno di quanto in realtà  potrebbero o vorrebbero. I dati di Eurostat ricalcano in realtà  il quadro dipinto il 25 gennaio dalla Banca d’Italia: è povero il 14,4 per cento della popolazione (prendendo però come riferimento un reddito inferiore al 50% della media nazionale e non il 60% come fa Eurostat). 
Rischio miseria a parte ben il 36 per cento degli europei si trova nei guai se si presenta una spesa improvvisa. Una percentuale che in Italia è rimasta stabile, ma che tra il 2010 e il 2012 è probabilmente cresciuta, perché il risparmio degli italiani è diminuito con la crisi.

paesi a rischio
A soffrire di più nell’Europa a 27 sono la Bulgaria dove il 42 per cento della popolazione è a rischio e la Romania (41%). E temono la miseria il 38% dei lettoni, il 33 dei lituani e il 30% degli ungheresi. Tranquilli invece nella Repubblica Ceca (14%), in Svezia e Olanda (15%), Austria, Finlandia e Lussemburgo (17%). Tra le grandi economie europee i poveri sono cresciuti invece in Gran Bretagna (+1,1%), mentre la disoccupazione ha segnato la Spagna, dove c’è un aumento del 2 per cento di popolazione a rischio povertà . 
giovani e bambini
Bambini e ragazzi fino ai 17 anni sono gli europei che rischiano più di altri un futuro di miseria o esclusione sociale: il 26,9%, contro il 23,3% degli adulti in età  lavorativa (18-64 anni) e il 19,8% di anziani, che alla fine sono quelli che secondo Eurostat devono temere meno di altri un futuro di privazioni.


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