Fornero: Draghi vede lungo

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Riferendosi alla «frase molto tranchant» del banchiere sul sistema sociale europeo «(è morto») nell’intervista al Wall Street Journal , il ministro dice: «No so se questa diagnosi così cruda sia vera e da condividere. Lo Stato sociale così come lo abbiamo condiviso e costruito ha bisogno di profonda revisione, non per farlo morire ma per farlo rinascere su basi nuove». Martedì torna al confronto tranquilla, «la mia fiducia è assolutamente salda» e non ritiene che la strada sembri in salita: «Forse è una impressione colta dall’esterno, ma non è così. Restano assolutamente saldi la fiducia, l’impegno e la determinazione».. Oddio, qualcosa ha percepito che le cose non sono come vorrebbe, perché parlando a Roma a fianco del sindaco Gianni Alemanno le scappa che «come ministro non godo di molta simpatia perché devo fare dei tagli, ma il mio principio-guida è quello dell’equità ». Non una parola su Marchionne Il ministro parla molto ma non dice una sola parola sulle ultime esternazioni dell’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne, nonostante avesse manifestato l’intenzione di incontrarlo al più presto. Nulla sia sulla preannunciata chiusura di due stabilimenti in Italia se non funzionerà  la strategia di esportare macchine da qui agli Stati Uniti, né sul mancato rispetto da parte della Fiat della sentenza di reintegro al lavoro dei tre operai licenziati a Melfi. Che verranno pagati per restare a casa. «Le sentenze si possono condividere o meno, e in alcuni casi si possono impugnare davanti a un giudice. Ma si rispettano sempre, altrimenti si dà  l’impressione di volersi sottrarre alla legge», ha invece commentato il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Folino (Pd): «Ecco perché – ha aggiunto – la decisione della Fiat-Sata di non reintegrare i tre lavoratori dopo la decisione della Corte d’Appello di Potenza sconcerta e infastidisce. Se a ciò si aggiungono le dichiarazioni dell’ad Marchionne, che in poco tempo è passato dall’annuncio di investimenti significativi per il progetto Fabbrica Italia alla notizia della possibile chiusura di due stabilimenti in Italia, senza fornire nell’uno e nell’altro caso le delucidazioni che tutti aspettavano, il quadro diventa ancora più preoccupante». «Così si calpesta la dignità  del lavoro», dice Stefano Fassina del Pd sul mancato reintegro al lavoro dei tre operai di Melfi. Mentre sulla scelta di togliere dalla bacheca della Magneti Marelli di Bologna il quotidiano L’Unità , «se questa è la modernità  di Marchionne – dice Fassina – con cui pensa di diventare competitivo, non credo neanche riesca a raggiungere risultati». Il dirigente del Pd conferma infine una notizia: «Sembra che a Pomigliano tra i mille riassunti non ci siano quelli iscritti ai sindacati. Non ce lo dice solo la Fiom, ma anche altri. Forse è una casualità  ma è preoccupante».


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