L’acqua non potabile uccide sette persone ogni minuto

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L’acqua è vita. Oppure morte. Ogni minuto sette persone nel mondo muoiono a causa dell’acqua non potabile. Le malattie veicolate dall’acqua infetta ogni anno uccidono più delle guerre e dell’Aids. Le patologie cardiovascolari sono la causa principale di mortalità  della popolazione mondiale in età  avanzata, ma le cosiddette malattie «idriche» colpiscono soprattutto bambini ed adolescenti: ogni anno ci sono 3,6 milioni di morti a causa dell’acqua non potabile di cui il 90% ha meno di 14 anni. Eppure, invece di lottare per la potabilizzazione delle risorse idriche, facendone una priorità  mondiale, i governi ignorano la questione, delegandola al buon cuore delle associazioni umanitarie che si battono con poche risorse per evitare la strage. E il tema dell’acqua potabile non è che una priorità  secondaria anche tra gli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’Onu… all’orizzonte del 2915!
Secondo studi recenti, il «nuovo» flagello ha un nome molto antico: diarrea. Lo stesso che per secoli ha ucciso milioni di persone nel mondo. Si calcola che nei paesi poveri muoiano ogni anno almeno 1,5 milioni di bambini di età  inferiore ai cinque anni. Un’altra epidemia antica, il colera, uccide ogni anno 130 mila persone, infettandone dai 3 ai 5 milioni. A queste malattie veicolate dall’acqua non potabile si devono aggiungere tifo ed epatiti. C’è da chiedersi che ne è della risoluzione votata all’Onu il 28 luglio 2010 che ha dichiarato l’acqua potabile un diritto umano: «Il diritto all’acqua garantisce ad ogni essere umano di disporre per il proprio uso personale e domestico di acqua abbordabile e sana, in quantità  sufficiente, di qualità  accettabile e accessibile».
Tra le Ong invitate al Forum di Marsiglia c’è Solidarités International che si presenta con una petizione già  firmata da 105 mila persone con l’obiettivo di trasformare il problema della potabilizzazione nella «priorità  delle priorità ». Perché, come scrive Alain Boinet, fondatore dell’associazione, «l’urgenza non è prima di tutto quella di salvare le vite?». L’obiettivo, naturalmente, ha bisogno di un piano d’azione internazionale concordato e soprattutto di risorse finanziarie. L’Organizzazione mondiale della sanità  (Oms) ha stimato che servirebbe uno stanziamento dell’ordine di 18 miliardi di dollari all’anno (nel 2008 ne sono stati stanziati 7,4 miliardi). La petizione che verrà  presentata a Marsiglia propone anche una revisione delle cifre ufficiali secondo cui sarebbero 884 milioni le persone che oggi non hanno accesso all’acqua potabile: secondo uno degli ultimi studi (fonte Unsgab) sarebbero 3,5 miliardi gli esseri umani che bevono acqua pericolosa per la loro salute.


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