La segretaria Cgil gela Veltroni: e l’Africa?

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ROMA «Dopo 50 anni la vita va reimpostata». Considerazioni sagge, pronunciate dall’allora quarantaseienne sindaco di Roma, Walter Veltroni quando nel 2001 dal palazzo del Campidoglio confessava ai media che «a un certo punto tutto finirà  e invece di diventare uno di quei politici per i quali si cerca un posto in un consiglio di amministrazione vorrei dedicarmi alla questione Africa».
Frasi certamente impegnative quelle pronunciate più di dieci anni fa dall’ex segretario del Partito democratico, che pure l’anno successivo torna sull’argomento, «ho altre cose nella vita che mi piacerebbe fare. Andare in Africa, ma non so se avrò il coraggio». E così, tante altre volte ancora, nel 2003 alla Tv francese e così nel 2007 in un incontro con i giovani. Tante volte, forse troppe. Al punto, che con il passare degli anni si sono trasformate in un vero e proprio boomerang: promesse mancate tuonavano gli antagonisti, gli avversari politici dell’ex candidato premier. Tutti più o meno pronti a ricordare a Veltroni l’impegno assunto e non mantenuto con il continente nero, a favore della solidarietà , dei popoli in difficoltà .
E ieri la questione Africa è tornata prepotentemente al centro della scena politica per una disputa tutta a sinistra. O meglio tra l’ex segretario dei democratici e la leader della Cgil Susanna Camusso. E così, a Veltroni che nei giorni scorsi in un’intervista aveva chiesto di non avere tabù nella riforma del mercato del lavoro e la revisione dell’articolo 18 criticando i «santuari del no che hanno paralizzato l’Italia per decenni», ieri la leader sindacale – intervistata da Giovanni Minoli nel programma «La Storia siamo noi» – ha risposto sarcasticamente agli inviti-critici di Veltroni sul tema del lavoro: «Veltroni sull’articolo 18? Aveva annunciato progetti importanti – ha replicato Susanna Camusso – per la sua esistenza che non ha portato a termine… ». Battute, insomma, le cui allusioni però sono chiarissime.


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