Camusso frena: lontani sull’art. 18: «Discriminazioni, voglio garanzie»

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L’ottimismo dei partiti, il realismo delle parti sociali. L’accordo sulla riforma del mercato del lavoro torna ad allontanarsi. Non solo per “colpa” della Cgil. Entrando nel merito dei tanti capitoli le posizioni sono ancora distanti. E non sarà  facile avvicinarle. Nonostante il week-end riunisca tutti gli attori in gioco a Milano, per l’appuntamento biennale del Centro studi di Confindustria.
A far tornare tutti sulla Terra o a far scendere «dalle montagne russe» ci pensa di prima mattina Susanna Camusso. A poche ore dai titoli trionfanti sul vertice governo-maggioranza a palazzo Chigi, il segretario generale della Cgil parla ad un iniziativa a Firenze: «Se il governo ha fatto un accordo con i partiti la cosa ci lascia preoccupati. Io continuo a pensare che la trattativa vada fatta con le parti sociali: quindi vedremo cosa ci dirà  il governo al tavolo di martedi». Sul merito e sulle indiscrezioni, Camusso è preoccupata: «Le cose che abbiamo sentito finora non ci convincono e non sono la soluzione del tema». A partire dalle modifiche sulla flessibilità  in uscita: «Le proposte sentite fino ad ora sull’articolo 18 non ci convincono e non vanno bene». «Per noi aggiunge l’articolo 18 è una tutela generale. Ha una funzione di deterrenza rispetto all’arbitrio dei licenziamenti e questa deve rimanere. La discussione deve partire dal salvaguardare questo principio. Gli accordi sono possibili quando c’è un merito che viene condiviso. Credo che ci sia ancora della strada da fare», sottolinea.
Il segretario generale della Cgil ieri si è tenuta in stretto contatto con Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Giovanni Centrella per mettere a punto la contro-proposta unitaria dei sindacati sul tema della modifica alle interpretazioni sull’articolo 18. Il punto di caduta possibile rimane quello anticipato nei giorni scorsi: considerare, nel solo caso di licenziamento per motivi economici, la possibilità  che il giudice abbia più motivazioni per optare per l’indennizzo monetario rispetto al reintegro. La Cgil comunque non accetterà  in nessun modo che, come vorrebbe il governo, sempre nel caso di un licenziamento per motivi economici, l’unica tutela prevista per il lavoratore sia il solo indennizzo monetario.
Su questa posizione si trova buona parte della confederazione, senza però che nella riunione allargata di giovedì siano mancate voci dissonanti all’interno della stessa maggioranza che portò all’elezione di Susanna Camusso. Per questo è stato convocato il Direttivo per mercoledì 21 e lì si valuteranno le proposte del governo, confidando nel frattempo di migliorare e limare la contro-proposta. La settimana comunque partirà  con il Comitato centrale della Fiom, convocato da Maurizio Landini (il più ciritico rispetto «all’apertura» sull’articolo 18) per lunedì. «Sarebbe veramente strano chiudere l’accordo sull’articolo 18 proprio a 10 anni dalla grande manifestazione della Cgil al Circo Massimo», chiosa Landini.
FORNERO: ACCORDO IMPRESCINDIBILE
Passando all’altra parte del tavolo, ieri la ministra Elsa Fornero era a Bologna a commemorare Marco Biagi. La riforma del lavoro è «importante e imprescindibile, sono fiduciosa che si farà  con il consenso di tutti», ha detto. Il clima, secondo la titolare del Welfare, è cambiato: «Pur avendo firmato la riforma delle pensioni senza l’accordo con i sindacati e quasi senza il confronto ha detto Fornero nel suo intervento -, sulla riforma del mercato del lavoro credo che l’accordo sia importante e imprescindibile» perché «dà  un valore aggiunto di notevole importanza», sarebbe un «segnale che il Paese può superare le divisioni fra le parti politiche, sindacali e i datori di lavoro. Sono fiduciosa che si farà  con il
consenso di tutti».
PASSI AVANTI SUI CO.CO.PRO.
Ieri intanto i tecnici dei sindacati hanno consegnato ai loro segretari generali i documenti sui capitoli che riguardano ammortizzatori sociali e tipologie di contratto. Sul primo tema lo scoglio principale rimane quello della copertura economica, sia totale che rispetto all’inclusione di giovani e precari per quanto riguarda la nuova Assicurazione sociale per l’impiego, sia rispetto agli over 57 in fatto di durata e livello delle tutele. Passando alle tipologie contrattuali passi avanti sono stati fatti rispetto al grande tema delle finte partite Iva e collaborazioni a progetto. Le nuove norme dovrebbero prevedere che, se un giovane lavora per un solo committente, o con più committenti riconducibili ad uno solo, ricevendo da questi il 75 per cento delle sue entrate, scatti una clausola che implichi un contratto da dipendete, fino al tempo indeterminato. Previste inoltre soglie economiche e limiti contrattuali precisi per gli attuali co.co.pro.


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