Bersani e Vendola scaricano Emiliano “Non sarà  lui il candidato alla Regione”

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BARI – Bersani e Vendola scaricano Emiliano nella corsa alla Regione Puglia. Nonostante gli inviti dei due leader al sindaco di Bari travolto dallo scandalo degli appalti anche se non indagato, a proseguire il suo lavoro, per Emiliano la strada per la successione a Vendola nel 2013, si interrompe. Ieri Emiliano in consiglio comunale ha detto di avere «piena fiducia nella giustizia». «So che nessuno lavora in una Procura della Repubblica in Italia – ha aggiunto – per fare trappole a qualcuno». Emiliano salva anche le «intercettazioni», che lo hanno tradito: «Senza gli strumenti di indagine degli inquirenti, non sarebbe stato possibile individuare gli atti illeciti, oggetto dell’inchiesta». Ma non salva la sua corsa per il 2013. Per questa si guarda altrove. 
Gianrico Carofiglio o Nicola Latorre: sui due senatori del Pd si stanno concentrando le attenzioni dei vertici del centrosinistra pugliese. A quanto pare, nel centrosinistra non dispiace ripartire da zero come dimostrano i contatti tra il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il leader di Sel, diventati più frequenti dopo lo scandalo degli appalti a Bari. Vendola non ha rinunciato alla sua corsa alle politiche del 2013, che porterà  la fine della legislatura pugliese con due anni di anticipo. E c’è da concordare il passaggio del testimone. Sul tavolo sono state previste alcune opzioni. La prima è quella di individuare personalità  di alto profilo che mettano insieme Pd e Sel senza ricorrere alle primarie. E oggi quelle personalità  sono Carofiglio e Latorre. 
L’ex pm è gradito a Vendola, anche se uno dei due pm titolari dell’inchiesta sugli appalti che compromette la corsa di Emiliano alla guida della Regione, Francesca Romana Pirrelli, è sua moglie. Anche il vice presidente dei senatori pd, Nicola Latorre è personalità  che unisce le due anime del centrosinistra, quella del Pd, compresa l’ala dalemiana, sia Sinistra Ecologia e Libertà . Anzi: prima della foto di Vasto, quando i rapporti tra Vendola e il Pd erano tesi, sull’orlo dello strappo, il senatore Latorre ha sempre fatto da pontiere tra il partito e il governatore pugliese, tenendo vivo un canale di comunicazione tra il Pd e l’ala sinistra rappresentata da Vendola. 
Nel partito del governatore non si sbilanciano. Prima dell’inchiesta sugli appalti e prima ancora per i conti in disordine del teatro Petruzzelli, Vendola azzardò un’investitura di Emiliano come suo successore poi ritirata poco prima del commissariamento del teatro. Dopo lo scandalo, però, non ha infierito. Anzi ha esortato Emiliano a non mollare, a rimettersi «pancia a terra al lavoro per la città ». Per la città , non per la Regione dove invece i giochi si sono riaperti. «Per noi la prima opzione sono le primarie ma non sono un feticcio», dice il braccio destro di Vendola, Nicola Fratoianni, per dire che alle primarie si può rinunciare. Vendola non le ha mai negate: nemmeno nel 2010, quando da governatore uscente accettò di rimettere in gioco la candidatura alla presidenza della Regione. 
Nella staffetta che si sta preparando in Puglia, appare scontato, anche agli uomini di Sel, che dopo Vendola la Regione dovrà  provare a guidarla il Pd. Anche se non dovesse concretizzarsi la candidatura dei due senatori, Vendola ha già  sondato la disponibilità  del suo giovane assessore alle opere pubbliche, Fabiano Amati, che nel Pd approda dall’ala della ex Margherita. I vendoliani sono comunque pronti alle primarie. Se dal Pd dovessero spuntare nomi non condivisi, Sel punterebbe sull’ex assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore, il tecnico che Vendola piazzò su quella bomba a orologeria che era diventata la sanità  pugliese dopo lo scandalo delle escort e delle protesi.


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