Evasione, recuperati 12,7 miliardi “Ma non è disponibile alcun tesoretto”

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Il bottino della lotta all’evasione del 2011 è di 12,7 miliardi. L’incremento, rispetto all’anno precedente, è stato del 15,5 per cento. L’annuncio è arrivato ieri dal direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera, nel corso di una conferenza stampa. La cifra è già  in cassa: l’Agenzia infatti comunica i dati “puliti” di quanto incassato alla fine di tutti i percorsi che portano dall’accertamento delle imposte evase (pari a 30,54 miliardi lo scorso anno e frutto di 697 mila controlli, quasi 2000 al giorno) all’effettivo incasso da parte dello Stato. Alcuni evasori hanno deciso di versare o di aderire ad una transazione e hanno tirato fuori 8,2 miliardi; un’altra parte ha resistito in qualche modo e l’Agenzia ha riscosso coattivamente 4,5 miliardi. In tutto 12,7 miliardi, che naturalmente appartengono al bilancio tendenziale dello scorso anno e, come ha sentito il bisogno di precisare l’Agenzia con una nota in serata, non rappresentano nessun «tesoretto». Diversa la questione per quest’anno: Befera ha detto di augurarsi «risultati migliori» dalla lotta all’evasione per il 2012 e queste risorse, quando saranno nero su bianco, potranno confluire nel fondo destinato alla riduzione delle tasse.
Nel frattempo il contrasto all’evasione continua. Befera ha annunciato che i blitz, ovvero le operazioni di «controllo massivo», rientrano nell’attività  ordinaria e dunque proseguiranno. Ma l’Agenzia ci tiene anche all’aumento della cosiddetta «tax compliance», cioè alla crescita della spontaneità  degli adempimenti fiscali. «Credo che sia in atto un cambiamento culturale – ha detto Befera – Sta mutando il modo di vedere l’evasione in Italia: gli evasori stanno riflettendo se davvero vale la pena». 
Tornando ai risultati, il contrasto all’evasione ha colpito «trasversalmente» tutte le tipologie di italiane: dai big che hanno contribuito al risultato per il 31 per cento, alle imprese di piccole dimensioni e lavoratori autonomi (25 per cento) passando per le persone fisiche (27 per cento). 
«Disturbiamo di meno i contribuenti onesti», ha detto Befera sottolineando che il risultato è stato ottenuto nonostante una «diminuzione delle risorse umane» e del numero degli accertamenti (-1,2 per cento rispetto al 2010).
L’evasione resta comunque una piaga. L’Eurispes stima che l’economia sommersa in Italia nel 2011 sia stata pari a 540 miliardi di euro, praticamente il 35 per cento del prodotto interno lordo ufficiale. Sempre secondo i calcoli dell’Eurispes, il nostro sommerso equivale ai Pil di Finlandia (177 miliardi), Portogallo (162 miliardi), Romania (117 miliardi) e Ungheria (102) messi insieme.
Il direttore vicario, Marco Di Capua, ha osservato che «nel biennio 2009-2010 si assiste a un sensibile recupero dell’adempimento spontaneo in materia di Iva, il che contribuisce ad avvicinare un po’ di più il nostro Paese alla media europea del tax gap, che si attesta al 14-15 per cento». «E’ questo – più dei 12,7 miliardi – il segnale che quello che stiamo facendo funziona», ha osservato Luigi Magistro, direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia. Magistro ha riferito anche che «non ci sono i presupposti» per far uscire la Svizzera dalla black-list.


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