Permesso di soggiorno al clandestino che denuncia l’impresa

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ROMA — Gli imprenditori che usano lavoratori extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno d’ora in poi rischiano grosso: se condannati anche con sentenza non definitiva, oltre a una sanzione pecuniaria, non otterranno il via libera a successive attività  mentre lo straniero che presenta denuncia sarà  premiato con la possibilità  di rimanere in Italia per tutto il periodo della durata del processo. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri di ieri approvando un decreto che recepisce una direttiva comunitaria di tre anni fa. Il dispositivo tuttavia, è stato approvato in forma preliminare in attesa di un parere delle commissioni parlamentari.
Per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro la corsa alle modifiche e agli emendamenti comincerà  domani dopo l’incontro previsto per oggi tra il presidente del Consiglio Mario Monti e i partiti di maggioranza. La tormentata riforma, che ieri il premier è tornato a difendere definendola «più ampia e incisiva del previsto perché prevede una maggiore flessibilità  per tutti i lavoratori e non solo per i nuovi assunti», torna a dividere in modo radicale le parti sociali mentre i tecnici del Senato ravvisano alcuni dubbi sull’articolo 18 il cui «nuovo rito processuale sui licenziamenti non assicura al lavoratore maggiori garanzie». 
Anche il ministro del Welfare Elsa Fornero scende di nuovo in campo contro i critici alla «sua» riforma e, replicando alle imprese, spiega che «nessuno è stato tradito» e che con le modifiche all’articolo 18 «non si è data alle aziende la libertà  di licenziare». Ma le distanze restano. La Cgil, in una dura nota, ha sostenuto che «il testo nel passaggio dal governo al Senato è peggiorativo per i lavoratori» e accusa la Confindustria di «utilizzare di tutto, anche la norma sui licenziamenti disciplinari illegittimi, pur di intervenire contro il reintegro». Per viale Astronomia invece, secondo le parole del direttore generale Giampaolo Galli, la «riforma va cambiata e in moltissimi punti, l’impianto è quello burocratico e del sospetto nei confronti dell’impresa».
Nonostante questo quadro surreale della situazione, non c’è molto tempo per evitare di fornire ai mercati altri argomenti per spingere lo spread verso l’alto. Maurizio Castro, relatore per il Pdl in commissione Lavoro del Senato è ottimista: «Con il vertice tra Monti e la maggioranza la partita al 95% si chiude, poi dovremo metterci a correre per mettere a punto le modifiche». La difficoltà  tuttavia starà  nel tradurre nel linguaggio complesso dei giuslavoristi l’accordo politico. I nodi più importanti riguardano le partite Iva, i contratti a tempo determinato, i contributi per gli autonomi, gli stagionali, le procedure per l’apprendistato e la formazione.


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