Città  blindata, Draghi: meglio tagliare che tassare

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Nonostante l’enorme spiegamento di polizia che ha assicurato che i giovani non si avvicinassero all’hotel Arts dove si svolgeva la riunione della Banca Centrale Europea, gli studenti sono riusciti a bloccare per una ventina di minuti l’autostrada e una statale e a percorrere in corteo alcune vie del centro, in un percorso rigidamente controllato dalla polizia. La protesta contro la Bce si è limitata alla cacerolada serale organizzata nei barrios dalle assemblee degli indignados che stanno già  preparando le manifestazioni del 12 e 15 maggio. 
In questa città  blindata, il presidente della Bce Mario Draghi ha rilanciato la sua ricetta: per risanare i conti pubblici, tagliare la spesa corrente è certamente una ricetta migliore che aumentare le tasse: «E’ consigliabile tagliare la spesa corrente, non quella per investimenti». Nella conferenza stampa seguita alla decisione della banca centrale di lasciare i tassi invariati dell’Eurozona all’1%, Draghi ha poi detto che le stime più recenti sull’economia indicano una «ripresa graduale» nel corso del 2012, ma che la situazione resta sostanzialmente critica: nel breve, ci sono una «prevalente incertezza» e «rischi al ribasso», fra i quali le «tensioni in alcuni mercati del debito sovrano». Ovviamente è tornato ad elogiare il lavoro del govermo Monti, che ha fatto progressi «notevoli» nel consolidamento fiscale, così come la Spagna.
Non lontano dall’albergo riservato ai banchieri, ad aprire il corteo degli studenti è stato un lungo striscione con la scritta «Lluitant aturem les retallades» (lottando bloccheremo i tagli), mentre canti e slogan si sono susseguiti tra sirene della polizia e il rumore costante degli elicotteri, fra ottomila agenti per le strade e il Trattato di Schengen sospeso temporaneamente per evitare «disordini». 
Gli studenti protestavano per l’aumento delle tasse: l’immatricolazione, secondo le nuove misure del governo, può costare anche 540 euro in più a uno studente. A questo si aggiunge il fatto che l’accesso alle borse di studio verrà  ulteriormente irrigidito. Lo sciopero di ieri è stato convocato dalla Plataforma Unitaria en Defensa del la Universidad Publica (PUDUP) che riunisce studenti, professori e personale amministrativo di varie università  e che gode dell’appoggio della UGT (Union General de Trabajadores) e dei sindacati degli studenti. Il corteo è partito a mezzogiorno e mezzo dalla centralissima Plaza Universitat. Arrivato al paseo Lluis Companys (dietro il parlamento catalano) il corteo si è diviso in tre, con un gruppetto deciso ad arrivare fino alla sede dell’università  Pompeu Fabra, non lontano dall’hotel Arts dove erano in riunione i banchieri europei. La polizia ha controllato che il gruppo non superasse il campus. Un altro gruppo di oltre trecento studenti ha cercato di raggiungere l’università  nel quartiere del Raval, dietro la Rambla, ma la polizia ha impedito ai giovani di entrare in Plaà§a Catalunya. Molti gli striscioni che chiedevano la liberazione degli arrestati della vaga general (lo sciopero generale) del 29 marzo. Picchetti sono stati organizzati in vari atenei, ma la protesta, dicono i rappresentanti della Plataforma, è stata un successo, anche perché quello dei tagli è un argomento che tocca molti.


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