Fermi e perquisizioni, Putin perde la testa

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L’attacco contro il movimento di opposizione di piazza nato lo scorso autunno diventa ogni giorno più frontale, pur essendo abbastanza evidente che questo atteggiamento repressivo non risolve nulla, anzi non fa che alimentare la protesta. Oggi è in programma un’importante manifestazione a Mosca, messa in cantiere già  da tempo per protestare contro la nuovissima legge che inasprisce ferocemente le multe previste per chi organizza e partecipa a manifestazioni non autorizzate: la manifestazione odierna è autorizzata, ma ieri, alla vigilia, la polizia si è presentata in forza nelle case di una decina di persone considerate “leader” del movimento, per una perquisizione furibonda, convocando per stamane in procura tutti gli interessati (che quindi non potranno guidare e gestire la manifestazione).
L’iniziativa della procura è «in relazione agli incidenti del 6 maggio scorso», quando – appunto alla vigilia dell’insediamento di Putin – polizia e manifestanti si scontrarono duramente in piazza con diversi feriti, per fortuna non gravi. Tra i perquisiti, i nomi più noti dell’opposizione, dal blogger Aleksei Navalny al comunista Sergei Udaltsov, dal liberale Ilya Yashin alla star televisiva Ksenia Sobchak. A tutti sono stati sequestrati computer, cellulari ecc., nonché documenti e materiali vari. La Sobchak ha anche denunciato la sparizione, durante la visita degli agenti, di un milione e mezzo di euro in contanti (così riporta l’agenzia Ria-Novosti, ma sembra difficile che la pur ricca ed eccentrica presentatrice tv avesse in casa una cifra simile).
Il tam tam di twitter – attraverso l’hashtag #Hello37 , che si riferisce alle grandi repressioni staliniane del 1937 – ha fatto sì che in pochi minuti centinaia di persone si raccogliessero davanti alle case in cui era in corso la perquisizione; stamattina, di sicuro, i convocati saranno accompagnati in procura da una folla di persone, e con esse stuoli di giornalisti russi e stranieri. Insomma, la repressione contro questi pochi nomi noti rischia di diventare un evento mediatico internazionale più importante della manifestazione, tale da danneggiare seriamente l’immagine di Putin sia che il corteo si riveli un successo, sia che fallisca. Insomma, un autogol dei più classici.


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