Doccia fredda sugli insegnanti; assunzioni spalmate su tre anni

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ROMA. Un’assunzione diluita su tre anni. Potrebbe essere questo il nuovo orientamento del governo sul concorso della scuola che, fino a poche ore fa, avrebbe dovuto assumere 11.892 docenti nel 2013. E invece no. Lo hanno rivelato l’altro ieri i sindacati che hanno partecipato ad un tavolo tecnico presso il ministero dell’Istruzione. I posti messi a concorso verranno banditi il prossimo 24 settembre, ma saranno spalmati sui prossimi tre anni. Stando allo stillicidio di notizie e indiscrezioni che rimbalzano da ore, questo nuovo e imprevedibile risvolto di una vicenda che sta facendo sussultare il mondo della scuola porterà  all’assunzione a singhiozzo di circa 3800 posti all’anno fino al 2015. In attesa di conferme ufficiali, anche perché non è escluso che le idee possano ancora cambiare, davanti ai 160 mila candidati per questa manciata di posti potrebbe spalancarsi una via crucis imprevedibile.
Una prospettiva che rafforza la contrarietà  al concorso da parte della maggioranza dei sindacati. Per la Flc-Cgil, il ministro dell’Istruzione Profumo vuole forzare «le regole, in particolare nel pubblicare il bando dove il numero di posti, 11.892, è da distribuirsi nel triennio di valenza del concorso, praticamente briciole» e, così facendo, si spenderanno «soldi pubblici per un concorso che nasce al di fuori di una progettualità  costruttiva per la scuola pubblica».
Invece l’Anief punta ad un altro aspetto, determinante, del «concorso-truffa». La Cgil ribadisce che si mobiliterà  a tutti i livelli nel corso dell’autunno.
A differenza di quanto annunciato dallo stesso ministro, e alla luce dei criteri di ammissione alle procedure pubblicati ieri dal Miur, tra 17 giorni assisteremo inoltre ad una duplice esclusione: quella dei giovani che si sono laureati dopo il 2004 e dei precari non abilitati.
«E’ evidente che si produrrà  una disparità  di trattamento tra il personale laureato nelle stesse università  – ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente Anief – poiché la discriminante per l’accesso alle prove selettive sarà  costituta non dai titoli ma da uno sbarramento associato ad una data». L’Anief ha annunciato che farà  ricorso. Non si può dimenticare che il concorso obbligherà  i docenti precari già  abilitati, o vincitori di altri concorsi, a rifare un altro concorso. «Se fosse confermata l’ipotesi secondo cui i 12mila posti messi a concorso saranno spalmati su tre anni – sostiene il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio – si rischierebbe di mettere in moto una macchina costosa per una manciata di posti che scontenterebbe entrambi gli eserciti di precari, sia quelli delle graduatorie e sia quelli dei potenziali concorsisti».
Fino a ieri, si sapeva che nel 2013-4 il fabbisogno degli insegnanti era stato fissato a 24 mila posti, la metà  dovevano essere assegnati con il concorso, l’altra metà  con le stabilizzazioni. Invece, nella prospettiva dell’assunzione di circa 4 mila circa all’anno, come saranno reclutati i restanti 8 mila? Verranno assunti dalle graduatorie, saranno solo supplenti oppure assunti a tempo indeterminato?
In questo caos, il Miur ha nel frattempo confermato che saranno tre le prove del concorso: il quiz si svolgerà  in un’aula informatica per accertare le «abilità  logiche» dei candidati; una prova scritta e una lezione. Determinate anche le classi di concorso: alle superiori si va dalle materie letterarie alla matematica. Per la scuola dell’infanzia e primaria potranno partecipare i laureati fino al 2001. Si attende la distribuzione dei posti a concorso per ciascuna materia.


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