Su l’Iva alle coop sociali? Disastroso per il welfare

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«È un abbaglio rispetto al quale occorre fare una rapida retromarcia». Così l’Alleanza delle Cooperative Italiane giudica l’aumento dell’IVA dal 4% al 10% per le cooperative sociali che prestano servizi socio – sanitari ed educativi, un provvedimento che sarebbe previsto nella Legge di Stabilità .

«È una misura che non ha ragioni di finanza pubblica e anziché tradursi in maggiori entrate si tradurrà  in un’emergenza sociale perché comporterà : 1) maggiori spese per le ASL e i Comuni,ì; 2) riduzione drastica dei servizi che colpirà  gravemente da una parte le categorie più fragili e indifese del Paese (disabili, malati terminali, anziani e minori che vivono situazioni di emarginazione sociale e disadattamento) e dall’altra tutte le famiglie che vedranno ridursi i servizi o aumentare i costi».

«Questa decisione priverebbe dei fondamentali servizi di welfare territoriale gran parte delle famiglie italiane». Claudia Fiaschi, presidente del Gruppo Cooperativo Cgm (Consorzio Gino Mattarelli), la più grande rete di cooperative sociali in Italia, durante la Convention nazionale del Gruppo in corso a Mantova. Che aggiunge: «Ogni giorno i 77 consorzi e le mille cooperative sociali della rete CGM offrono servizi di cura ed educazione, attraverso case di ricovero, asili, scuole materne e assistenza domiciliare per circa 500milaamiglie sul territorio nazionale. L’aumento dell’imposta, se confermato, comporterebbe un aggravio di costi per milioni di utenti, rendendo molte prestazioni inaccessibili o accessibili solo per pochi»

«In un momento di forte crisi e in cui il welfare territoriale rimane l’unica risorsa per garantire benessere – aggiunge il presidente – il provvedimento colpisce gravemente il settore della cooperazione sociale». «Ci aspettiamo – conclude Fiaschi – che il Governo si impegni a difendere in Italia e in Europa tutto ciò che l’economia sociale produce da anni in termini di occupazione, welfare e sviluppo economico».


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