Manovra Irpef tutta da rifare più detrazioni alle famiglie

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ROMA — Si va verso l’eliminazione dell’intero pacchetto Irpef dal disegno di legge di Stabilità  che oggi debutta alla Commissione Bilancio della Camera. Il taglio delle due aliquote più basse (dal 23 al 22 fino a 15 mila euro e dal 27 al 26 tra 15 e 28 mila euro) è stato oggetto, in pochi giorni, di una sventagliata di critiche che hanno dimostrato come l’operazione, sommata all’aumento dell’Iva, penalizzi i redditi più bassi e non avvantaggi più di tanto i medi. Senza contare che il doppio effetto di tetto e franchigia su detrazioni e deduzioni sembrerebbe vanificare ogni beneficio del taglio di aliquote.
«La manovra riduce le tasse e non le aumenta», si è difeso ancora una volta ieri il ministro dell’Economia Grilli che con il taglio delle aliquote intendeva dare il segno numerico, anche all’estero, di una riduzione della pressione fiscale. Tuttavia il titolare del Tesoro ha ripetuto di essere disponibile a «discutere» con il Parlamento, naturalmente a «saldi invariati».
La strada che maggioranza sta imboccando è tuttavia diversa e, secondo indiscrezioni emerse ieri dopo il vertice Monti-Casini, il presidente del Consiglio non sarebbe contrario alla modifica del pacchetto Irpef. Il responsabile economico dell’Udc Galletti, che ha partecipato all’incontro, parla di «eliminazione dell’intervento sulle aliquote Irpef». Fassina responsabile economico del Pd ha detto ieri che bisogna «cancellare l’intervento sull’Irpef»; mentre Brunetta del Pdl e relatore alla legge di Stabilità  ha definito l’intervento sull’Irpef uno «specchietto per le allodole». Naturalmente mancano ancora nove giorni alla presentazione degli emendamenti, cui sta lavorando il relatore Baretta, e la questione tasse potrebbe essere costantemente esposta a sorprese.
L’operazione che sembra prospettarsi al momento è quella di smontare la riduzione di aliquote e recuperare 4,2 miliardi. Da questa cifra uscirebbero i 2,5 miliardi – dei quali sono a caccia governo e maggioranza – destinati ad eliminare le questioni sociali più «spinose»: tassazione Tfr, aumento Iva no profit, pensioni di guerra, tassazione imprese agricole, esodati, scuola. Circa un miliardo andrebbe a compensare le maggiori entrate previste dai tetti alle detrazioni che uscirebbero di scena portandosi dietro polemiche e malumori.
Sgombrato il campo dalla manovra sulle aliquote Irpef, dalle detrazioni e recuperate le risorse per «riparare» le norme meno accettabili sul piano sociale, resterebbero 1,6 miliardi. Dove indirizzarli? Per l’Udc, ma anche per il Pd (ieri Monti ha visto Enrico Letta), la destinazione dovrebbe essere quella dell’aumento delle detrazioni per figli e coniuge a carico, legate al reddito e in grado di compensare per stipendi più bassi l’impatto dell’aumento dell’Iva. Non è escluso invece che il Pdl punti direttamente ad un ulteriore intervento di sterilizzazione dell’Iva. La proposta di mediazione, sulla quale potrebbe convergere anche il governo, sarebbe quella di introdurre una nuova «clausola di salvaguardia» in base alla quale ci si impegni a trovare le risorse per scongiurare l’aumento dell’ Iva previsto per luglio 2013 con un intervento selettivo sulle detrazioni fiscali e rimettendo in campo il piano Giavazzi per rivedere gli sconti fiscali alle imprese. Le ipotesi restano tuttavia tutte aperte: e ieri Boccia (Pd) per salvare l’operazione Iva-Irpef ed eliminare il taglio alle detrazioni ha rilanciato l’ipotesi di una patrimoniale.


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