Il Tesoro ora conta il suo patrimonio Immobili per 340 miliardi e 7.300 società
Ma un conto è l’immobilizzazione, e un altro il contante. Se anche lo Stato volesse monetizzare una buona parte del suo patrimonio immobiliare — questioni politiche a parte — il processo potrebbe essere lungo e gli incassi inferiori alle attese. Forse è pensando a questo che Parlato ha specificato: «Operazioni “massive” e indifferenziate di privatizzazione e di vendita di asset pubblici non coincidono con una strategia di massimizzazione e tutela del valore. Si punta quindi su un meccanismo sostenibile e credibile, basato sulla maggiore conoscenza degli asset e sul progressivo accesso al mercato grazie all’attivazione di idonei strumenti finanziari».
Per iniziare, l’Agenzia del demanio ha individuato 350 immobili, per 1,2 miliardi di euro, «potenzialmente conferibili ad uno o più fondi immobiliari», ha detto Parlato. E presto dovrebbe arrivare il decreto del ministero dell’Economia per la costituzione della società di gestione del risparmio. «L’operatività della Sgr — ha aggiunto Parlato — sarà avviata prevedibilmente entro il primo semestre del 2013». Intanto, però, continua la crisi del mercato immobiliare. E Parlato ammette: «La dismissione del patrimonio pubblico è un’operazione complessa ma rappresenta uno sforzo imprescindibile per la riduzione del debito pubblico».
Immobili a parte, le amministrazioni pubbliche hanno in portafoglio partecipazioni in circa 7.300 società , di cui 6.000 dirette: l’80% è nelle mani di enti territoriali.
Giovanni Stringa
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