Made in Brics

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Per anni hanno guardato all’Occidente come al tempio della moda, del design e della tecnologia. Da noi avrebbero comprato qualsiasi cosa, obnubilati da un fascino mai messo in discussione. Ma oggi non è più così. I cosiddetti mercati emergenti come India, Brasile, Russia e Cina (con l’aggiunta del sud Africa) hanno cominciato a corteggiarsi tra di loro. Ed è così che improvvisamente siamo tutti “made in Brics”. Un’attrazione fatale, quella tra le nuove potenze, che lascia fuori l’Europa come l’America. Il sandalo flip e flop prodotto in Brasile piace in Cina, l’App battezzata in Cina furoreggia in India. Alla stessa velocità  anche il look della casa cambia aspetto: arriva il divano ideato dagli artisti brasiliani, la poltroncina con i colori Afro e il tavolino indiano. Verrebbe da dire “Brics style”.
I nuovi mercati hanno dalla loro la forza dei grandi numeri. Quelli delle popolazioni in crescita e non solo. Quest’anno, per la prima volta, la somma del loro Pil supererà  quello dei mercati avanzati. Secondo il Fondo monetario internazionale sarà  infatti di 44.100 miliardi di dollari contro i 42.700 miliardi dei grandi vecchi dell’economia internazionale (fonte FMI, ottobre 2012). Mentre per Goldman Sachs il contributo dell’Africa sub sahariana al Pil mondiale aumenterà , dall’attuale 1,3%, al 2% entro il 2015. A segnalare i cambiamenti negli scenari mondiali è il sito internazionale trendwatching.com che analizza i gusti e le passioni dei consumatori del globo.
Gli esempi abbondano: un caso per tutti è quello dei popolari sandali brasiliani in gomma Amazonas.
L’azienda ha annunciato che nei primi mesi del 2013 aprirà  un maxi store a Guangzhou, in Cina. L’Occidente sembra annoiare anche nel design e la fonte d’ispirazione, per chi arreda una casa, è cambiata. Il Brasile diventa un’icona grazie al talento dei fratelli Campana. S’ispirano all’India maison del lusso come Hermès. Sono improvvisamente colpiti dal mal d’Africa Cappellini, Moroso e Dedar. Ed è Cina style per Kenzo e Flexform.
Tutti pazzi per la tecnologia? Ecco che la cinese WeChat, per essere più sexy sul mercato, ha aggiunto al servizio di messaggistica il supporto hindi per l’India e il portoghese per il Brasile. I risultati non sono tardati ad arrivare e WeChat ha velocemente superato i 200 milioni di utenti in tutto il mondo. Esce dai confini cinesi, e punta per la prima volta al mercato internazionale (partendo dall’Indonesia), il produttore di pc Lenovo Group che ha annunciato di voler vendere smartphone facendo così concorrenza a Samsung e Apple. Un tablet a soli 200 dollari? La colombiana Compumax lo ha progettato e realizzato a Bogotà . Sarà  tra i più economici sul mercato e potrà  essere acquistato in Venezuela ed Ecuador. C’è poi il caso record della piattaforma di giochi turca Peakgames (30 milioni di utenti attivi al mese) che, nell’annus horribilis 2012, ha aumentato dieci volte i ricavi rispetto al 2011. Come? Vendendo soprattutto in Africa e Medio Oriente.


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Martedì forse l’accordo unitario ma resta l’incognita della Cgil

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Tre ore di faccia a faccia, ieri, tra i tre segretari dei sindacati confederali, Camusso, Bonanni e Angeletti, e la presidente di Confindustria Marcegaglia: l’atteso incontro sulla rappresentatività  e l’esigibilità  dei contratti sembra condurre verso un accordo unitario, ma resta sempre aperta l’incognita della Cgil. Che però questa volta è sembrata più possibilista rispetto al passato. Una quadra si potrebbe trovare martedì prossimo – almeno secondo quanto anticipato e auspicato da Marcegaglia – ma Camusso frena sui tempi: «Gli accordi vengono quando sono pronti, non perché si decide una data», ha detto la segretaria.

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