Inna e le altre: “Silvio è il più sessista che ci sia”

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ROMA — “Oggi abbiamo attaccato Berlusconi perché è il politico più sessista che ci sia in circolazione”. Inna Shevchenko parla con una voce flebile al telefono. E’ stata appena rilasciata dalla Digos di Milano. “Mi sto facendo visitare da un medico perché ho una ferita alla testa”. L’ucraina leader di Femen è stata fermata insieme alle altre due attiviste, Oksana Shachko e la francese Elvire Duvelle-Charles. Le tre ragazze sono arrivate ieri a mezzogiorno nel seggio di Milano dove stava votando il Cavaliere. Si sono tolte i giubbotti, rimanendo a seno nudo. Hanno avuto il tempo di gridare diverse volte “Basta Berlusconi”, prima di essere bloccate. C’è stato un parapiglia con gli agenti. “La polizia italiana è stata brutale, anzi violenta — racconta Inna — ma noi di Femen siamo preparate anche per questo”.
La protesta topless caratterizza questo movimento femminista nato in Ucraina nel 2008. Da allora le attiviste hanno condotto numerosi blitz contro la prostituzione, lo sfruttamento del corpo femminile, la “dominazione maschile” in generale. Inna Shevnel chenko era già  stata a Roma nel 2011, manifestando sotto a Palazzo Grazioli durante lo scandalo delle escort dell’allora premier. Circa un anno fa le attiviste di Femagine
avevano contestato il «maschilista » Vladimir Putin in un seggio di Mosca. Per Inna e la francese Elvire, c’era già  stato un primo fermo di polizia in Italia, gennaio scorso quando erano andate in topless in piazza San Pietro, durante l’Angelus del Papa, in difesa dei diritti dei gay.
Da qualche mese, il quartier generale di Femen è stato trasferito da Kiev a Parigi. Le Femen sono arrivate a Milano qualche ora prima dell’apertura delle urne, preparando meticolosamente il blitz. “Sappiamo sempre dove trovare i nostri nemici” dice Inna usando un tono paramilitare che contrasta con la sua bellezza dell’Est. “Berlusconi compra le donne come fossero una merce — aggiunge la ragazza — e grazie al suo impero mediatico veicola un’immagine femminile degradante”. Le tre donne sono accusate di atti contrari alla pubblica decenza e resistenza a pubblico ufficiale. Trattenute per l’identificazione negli uffici della Digos, sono state deferite all’autorità  giudiziaria e cioè denunciate al pm di turno in Procura. Sulla strategia politica di queste attiviste c’è dibattito anche tra le femministe. Ma dal punto di vista comunicativo sono sicuramente vincenti. Già  qualche minuto dopo il blitz a Milano, video e foto dell’azione contro Berlusconi erano già  disponibili sulla pagina Facebook di Femen.


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