“La casa ce la prendiamo da soli!”. Uno tsunami per il diritto all’abitare travolge la capitale

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6 Aprile 2013 – A via Caravaggio, zona Tor Marancia, il Coordinamento Cittadino lotta per la casa occupa lo stabile dei costruttori Armellini, affittati per un decennio alla Regione ROMA – E’ stato un week end caldo quello capitolino e non solo per le temperature primaverili. Un’ondata di mobilitazioni per il diritto alla casa e contro cementificazione e speculazioni edilizie si è letteralmente abbattuto sulla città . Dal centro alla periferia, un’escalation messa a segno dai movimenti per il diritto all’abitare Action, Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e Comitato Obiettivo Casa, da giovedì a domenica ha portato alla nascita di nove diverse occupazioni abitative, di uno spazio pubblico aperto al quartiere di San Lorenzo e di uno studentato autogestito, al momento sotto sgombero. Sono circa 700 i nuclei composti da sfrattati, famiglie italiane, di migranti, pensionati e studenti precari ad aver trovato un tetto. “In tutto 3000 persone”, dichiarano in un comunicato congiunto, dopo anni in attesa di una casa del Comune, passati a vagare tra affitti impossibili, sfratti, convivenze con i genitori, alberghi e notti in macchina. “La casa ce la prendiamo da noi, assegnandoci quelle tenute sfitte e inutilizzate”. E ribadiscono: ”Politici, amministratori, costruttori, immobiliaristi, banchieri hanno trasformato il diritto alla casa in speculazione, appropriandosi delle risorse della città , del patrimonio abitativo esistente, di soldi pubblici per i loro interessi privati. E’ loro la responsabilità  di chi si suicida, dopo aver perso il lavoro e senza possibilità  di pagare l’affitto, come è accaduto a Civitanova Marche”.

Occupati sabato alle 13, in contemporanea, i locali dell’ex Asl di Garbatella, abbandonati da quattro anni. In via Antonio Musa, è nato lo studentato occupato Degage, al momento sotto sgombero. Si tratta di uno degli undici stabili della Provincia inseriti nel fondo Upside della Bnp Parsap, destinato alla costruzione di un’unica struttura provinciale che sorgerà  nella zona di Torrino-Castellaccio. A Tor Tre Teste, preso un palazzo di proprietà  dell’INPS, destinato alla privatizzazione. A via Tiburtina 770, gli ex uffici Atac e, sempre sulla consolare, rispettivamente nelle zone di Settecamini e San Basilio, un residence a cinque stelle abbandonato dell’immobiliare ICMT ed ex call center della Telecom, comprato con un fondo della Banca Popolare di Milano. Occupati a Ponte di Nona, due nuovi complessi residenziali di Caltagirone, inoltre, terminati e sfitti da circa due anni, uno stabile in via Caravaggio a Tor Marancia, della famiglia di costruttori Armellini, per un decennio affittato alla Regione per gli uffici dell’Assessorato alla Casa. Domenica  è stato invece occupato dal comitato Ripubblica, Atenei in Rivolta e dal Coordinamento romano Acqua pubblica “Communia”, stabile in disuso da tempo a via dei Corsi, nel quartiere San Lorenzo. Per 20 anni è stato affittato dal Comune a privati per soli 100 euro al mese.

“Tutti stabili vuoti ed abbandonati. Ex uffici e case invendute, accese per spegnere la rendita ed il profitto di pochi a danno di tutti – spiegano in un comunicato congiunto -. Spazi sottratti ai signori del mattone e della speculazione proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando una nuova sfilza di delibere cosiddette ‘urbanistiche’ che in realtà  rappresentano l’ennesimo Sacco di Roma”. “Si è deciso di appropriarci dell’espressione usata da Grillo in campagna elettorale per ribadire che il vero Tzunami sono i movimenti, che affrontano l’emergenza abitativa, attraverso la riappropriazione degli spazi, tanto del patrimonio pubblico dismesso, che di quello da anni sfitto di privati e di grandi lobby finanziarie e bancarie, che speculano su questa città  – spiega Irene di Noto, dei Blocchi Precari Metropolitani -. “Sono 250 mila gli alloggi sfitti censiti, mentre i privati continuano a costruire. Alemanno sta tentando di far approvare delibere urbanistiche per l’edilizia privata che stravolgono il piano regolatore”.

Inaugurato lo scorso 6 dicembre con l’occupazione simultanea di otto palazzi, per contrastare l’approvazione di un pacchetto di 64 delibere urbanistiche tese alla privatizzazione del patrimonio comunale, lo Tsunami Tour è ripiombato sulla Capitale giovedì scorso, con un sit in svoltosi nel quartiere di Torpignattara, per chiedere un incontro con i responsabili del V e III Dipartimento sulla questione della mala gestione dei residence comunali, per i quali secondo i comitati “si spenderebbero per ogni famiglia, circa duemila euro al mese, troppo rispetto a un normale affitto”. Nel quartiere Romanina, intanto, cittadini, Cinecittà  Bene Comune e Action, hanno occupato simbolicamente i terreni del costruttore Scarpellini dove, in base alle delibere in discussione in Campidoglio, è prevista la costruzione di 2 milioni di metri cubi di suolo, per case e servizi privati. Contro la cementificazione indiscriminata anche l’azione simbolica svoltasi venerdì 5 Aprile. Circa 500 persone dei movimenti cittadini per l’abitare hanno fermato ed occupato un cantiere di Caltagirone, che prevede la costruzione di 200 appartamenti in Via De Chirico, nel quartiere di Tor Sapienza.

“Basta cemento, consumo di suolo e speculazioni inutili alla città ”, ha dichiarato Andrea Alzetta, Consigliere Comunale di Roma. “E’ assurdo continuare a concedere licenze edilizie quando non viene riconosciuto il diritto all’abitare. La soluzione al problema dell’emergenza abitativa c’è. Basterebbe acquistare, al prezzo di costo, le 51.000 case invendute, che insistono sul territorio”. E non è finita. Martedì 9 aprile, un corteo cittadino partirà  dalla metro San Paolo per raggiungere la sede della Giunta Regionale del Lazio, in via Cristoforo Colombo, per chiedere un incontro urgente a Zingaretti, affinché la nuova giunta regionale ponga all’ordine del giorno il blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi e la realizzazione immediata di un piano straordinario contro l’emergenza abitativa. (Loredana Menghi)

 

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