«Capelloni, siete indecenti». E Hamas li rasa a zero

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GERUSALEMME — Proibiti i capelli troppo lunghi, le creste alla Cristiano Ronaldo, le code di cavallo, le acconciature modellate con il gel. I poliziotti barbuti di Hamas sono diventati barbieri e hanno imposto un solo taglio ai giovani palestinesi di Gaza: rapati a zero, marchiati per aver infranto quella che i fondamentalisti considerano la decenza islamica.
Ayman al-Sayed, imbianchino di 19 anni, racconta di essere stato prelevato da una pattuglia mentre aspettava di tornare a casa giovedì scorso. «Mi hanno preso e infilato in una camionetta assieme ad altri dieci ragazzi — dice all’agenzia Associated Press —. Ci hanno portato in caserma e ci hanno messo in fila contro al muro. Un agente ha cominciato a rasarci i capelli con la macchinetta, due linee a croce: da un orecchio all’altro e dalla fronte alla nuca. A quel punto ci ha detto di andare dal parrucchiere per finire l’operazione. Voglio lasciare questa terra, non posso vivere in un posto dove ti arrestano così senza motivo».
Chi ha protestato è stato picchiato, tutti sono stati insultati. Un giovane è entrato per cercare il cugino ed è finito al reparto tosatura perché portava i capelli a cresta. Anche Tariq Naqib, studente di 17 anni, è stato fermato e portato via dalla «buoncostume» di Hamas. «Sulla jeep ci hanno minacciato, ci hanno detto: “Dovete rispettare la nostra tradizione, Gaza è islamica”».
Ziad al-Zaza, vice primo ministro nella Striscia, ha cercato di sminuire i raid anti-capigliature: «Sono stati episodi isolati che non si ripeteranno». Ahmed Yousef, che nel movimento rappresenta l’ala più pragmatica, considera la campagna della polizia «totalmente sbagliata». Il Centro palestinese per i diritti umani condanna gli arresti arbitrari e chiede un’inchiesta del procuratore generale: «Prima di essere rilasciati, i ragazzi sono stati costretti a firmare un documento in cui garantiscono che non lasceranno ricrescere i capelli».
Nel 2007 Hamas ha tolto con le armi il controllo della Striscia di Gaza al Fatah del presidente Abu Mazen, che risiede in Cisgiordania. Da allora l’organizzazione e il governo hanno intensificato le pressioni per imporre le regole di comportamento accettabili per gli islamisti. Sempre pochi giorni fa, le forze di sicurezza hanno bastonato tre giovani che indossavano pantaloni a vita bassa. Il parlamento ha appena approvato una legge che impone classi separate a scuola per bambini e bambine dopo i nove anni. Il mese scorso le Nazioni Unite sono state costrette a cancellare la maratona organizzata nella Striscia perché Hamas aveva impedito alle donne di partecipare, anche se avevano corso nelle precedenti edizioni.
Il movimento fondamentalista ha eletto da poco i nuovi capi del suo ufficio politico. Khaled Meshaal è stato rinominato al vertice, oltranzisti come Mahmoud Zahar sono stati estromessi, il primo ministro Ismail Haniyeh, considerato un moderato, sembra uscirne rafforzato. Eppure il gruppo risponde con la repressione dei costumi alla concorrenza di fazioni più estremiste come i salafiti.
Mohammed Hanouna ha deciso di alzare la cresta per dimostrare solidarietà  ai suoi amici che sono stati arrestati. Prima non ha mai portato la chioma così, tirata su con il gel. «Non ho paura della polizia. Che cos’ho da perdere? Solo i miei capelli».
Davide Frattini


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