La rabbia del Cavaliere E Alfano: un sopruso, battaglia in Parlamento

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ROMA — L’umore è cupissimo. «Stiamo avvicinandoci velocemente al baratro», confida un senatore del Pdl-Forza Italia dopo avere appreso che la Giunta per il regolamento ha deciso, con un solo voto di maggioranza, che l’aula del Senato si pronunci in maniera palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Lo stesso Cavaliere, tentato come non mai di fare saltare tutto per contrastare quello che ritiene il piano per estrometterlo definitivamente dalla politica convoca un gabinetto di guerra nella sua residenza di Palazzo Grazioli, dopo avere disdetto un pranzo con i ministri. Vi partecipano Sandro Bondi, Denis Verdini, i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, e Gianni Letta. In serata, sale nell’appartamento dell’ex premier anche il capo dei lealisti Raffaele Fitto. «Tutto è ormai chiaro, che altro deve succedere? — si domanda l’ex ministro — Non è più il tempo delle finzioni e delle false promesse. Non possiamo accettare che una storia ventennale venga trattata come un romanzo criminale». Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, gli replica indirettamente: «Basta polemiche. Legge è uguale per tutti».
In ogni caso, Angelino Alfano accusa proprio gli alleati di governo rei, secondo lui, di avere compiuto una prevaricazione. «La decisione di Scelta civica e del Pd di sostenere il voto palese insieme con il Movimento 5 Stelle — rimarca — è la violazione del principio di lealtà che regola da decenni il voto sulle singole persone e i loro diritti soggettivi». Ne consegue, a detta del vicepremier, che «ora, soprattutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato questo sopruso, sarà battaglia per ripristinare il diritto alla democrazia». In che cosa si sostanzi questa battaglia, Alfano non lo indica. Tuttavia è facile immaginare che si tenterà di ottenere che lo scrutinio in aula sia segreto. Tutti, all’interno del movimento berlusconiano, sostengono infatti che c’è stata una «violazione delle dello stato diritto». Schifani denuncia che «è stato compiuto un gravissimo strappo alle regole parlamentari contro Berlusconi. Una norma sul voto segreto per la sua decadenza è stata cambiata a colpi di maggioranza con un semplice parere». La verità, osserva convinto il capogruppo in Senato, è che «il Pd vuole fare saltare questa alleanza per andare al voto». Altri parlano di «un atto di squadrismo» e di un’azione «da plotone di esecuzione». Daniela Santanchè dà fiato all’irritazione dell’ala dura e lascia intendere quale possa lo sbocco politico, anche se nessuno al momento propone esplicitamente di aprire la crisi di governo. «È la cronaca di un assassinio annunciato — scandisce —. Come fa ancora qualcuno a sostenere nel nome della falsa stabilità che questo governo serve al Paese? Cosa c’è di più importante per un popolo se non la democrazia e lo stato diritto? Che i nostri governativi ce lo spieghino». C’è, però, chi pensa che ad agire sia una strana alleanza che vuole destabilizzare il Paese». Carlo Giovanardi ne è convinto al punto da sostenere che l’intera vicenda, dalla sentenza alla applicazione retroattiva della legge Severino fino alla maramaldesca interpretazione ad personam del regolamento, sia il prodotto «dell’azione del partito trasversale di “mascalzonata continua” che stravolge regole e principi democratici». All’interno del Pdl-Forza Italia, infatti, sta diffondendosi l’impressione che quanto è avvenuto ieri in Senato sia, afferma l’ex ministro Maurizio Sacconi, «una provocazione di coloro che vogliono il voto anticipato, confidando nella vittoria della sinistra». Sacconi denuncia «uno spregiudicato tentativo di creare un vuoto politico in un difficile passaggio della nostra vita repubblicana che non può trovare disponibilità o, peggio ancora, compiacenza nel centrodestra». Fabrizio Cicchitto concorda con lui: «Il Pd ha compiuto una forzatura per fare cadere il governo e andare ad elezioni anticipate. L’ultima cosa che può fare il Pdl, condannando fermamente questa prevaricazione, è cadere in una trappola di questo tipo».
Lorenzo Fuccaro


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