Allarme Fmi sulle sofferenze bancarie “Mina da 900 miliardi, freno alla ripresa”

Allarme Fmi sulle sofferenze bancarie “Mina da 900 miliardi, freno alla ripresa”

Loading

WASHINGTON . Allarme del Fondo monetario internazionale: nella pancia delle banche ci sono ben 900 miliardi di sofferenze che frenano la già fragile ripresa dell’economia. Di questi, circa 600, i due terzi, fanno capo a 6 paesi periferici della zona euro, ovvero Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo e Italia. Da sole, le banche nazionali hanno sofferenze lorde pari a 187,3 miliardi, secondo i dati di febbraio forniti anche dall’Abi: la cifra oltretutto è in crescita rispetto al mese precedente. L’economista Fmi, Josè Vinails, in un “report” dedicato alla stabilità finanziaria, avverte: «Bisogna sbloccare la situazione. Senza azioni correttive, la capacità di erogare credito è limitata a uno scarso 1-3% di media all’anno».
Ma c’è anche un altro numero che impensierisce gli esperti del Fondo: il moloch del debito. In Italia questo parametro cresce meno del previsto, ma quest’anno è pur sempre pari al 133,8% del Pil dal 102,3 dell’inizio della crisi. Fra i paesi dell’area euro solo la Grecia ha un debito più alto: 172,7% quest’anno. La Spagna (99,4%) fa meglio dell’Italia mentre al Giappone resta la palma del debito più alto del mondo: 246,1% nel 2015.
Sofferenze e debito sono il “freno” dell’economia, “il vento contrario alla crescita”, secondo quel che è scritto nel Fiscal monitor. Se a tutto questo si aggiunge la mini-inflazione, allora il panorama si complica ancora. In un simulazione si legge: «Se la crescita nominale dovesse raggiungere il 4% entro il 2017, nelle nazioni che ora stanno vivendo una crescita e un’inflazione basse, il debito al 2020 sarebbe il 6% più basso. In Austria, Belgio, Italia, Giappone e Portogallo, l’impatto potrebbe arrivare al 10%».
Nell’analisi del Fmi le sofferenze bancarie riducono la volontà e la capacità delle banche di offrire credito perché pesano sulla redditività. Al dunque, finiscono per ostacolare la trasmissione all’economia reale del quantitative easing appena varato dalla Bce. «Servono azioni a sostegno della capacità di credito delle banche» avverte il Fmi. In concreto: ci vuole chiarezza sugli standard regolatori; bisogna assicurare che i contesti legali per la bancarotta di imprese e aziende siano riformati. E, non ultimo, occorre diversificare le fonti di finanziamento: meno banche e più mercati dei capitali, oggi il 36% appena del sistema. Il Fmi stila infine una tabellina da cui risulta che l’indebitamento delle famiglie e delle imprese italiane sale. Gli americani e gli inglesi, invece, a sorpresa, si riscoprono “formiche” con la crisi. Da noi, l’indebitamento lordo delle aziende è destinato a restare intorno al 70% almeno fino al 2020. Anche questo elemento è un freno alla ripresa.


Related Articles

GLI AVVOCATI “SIGNOR NO” CONTRO LE LIBERALIZZAZIONI

Loading

I lettori più giovani non possono ricordarsi Andrej Gromiko, per decenni ministro degli esteri dell’Unione Sovietica. Gromiko era soprannominato il “Mr. Nyet”, per l’abitudine di porre il veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu quando ricopriva il ruolo di ambasciatore.

Il danno del denaro creato dalle banche

Loading

“Spogliare le banche private del potere di creare denaro” è il titolo dell’articolo di Martin Wolf uscito pochi giorni fa sul “Financial Times”

Derivati, perché Monti li ha esclusi dalla legge?

Loading

«Riferire ogni comportamento all’etica della responsabilità , che impegna ad essere sempre orientati al servizio, all’integrità  e alla trasparenza, alla correttezza negli affari». Bello quanto condivisibile. Ineccepibile. È l’incipit della Carta dei Valori del Monte dei Paschi di Siena. Sospesa ieri per eccesso di ribasso all’apertura della Borsa.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment