Nasce l’Internazionale nera anti-Ue

Nasce l’Internazionale nera anti-Ue

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BERLINO . Nasce l’Internazionale nera, la “Santa alleanza” delle destre radicali anti-europee, anti-occidentali e omofobe del Vecchio continente. E nasce con la benedizione e la sponsorizzazione di oligarchi russi vicini a Putin, nonché la partecipazione di Aleksandr Dugin, il noto leader nazionalista del “Movimento euroasiatico” le cui idee sono state riprese, con l’Unione euroasiatica, proprio dal capo del Cremlino. Una loro riunione a porte chiuse si è tenuta l’ultimo sabato di maggio a Vienna, nello Stadtpalais del principe di Liechtenstein. E dopo aver concluso il vertice con un gran gala, si sono dati appuntamento per gennaio. Probabilmente a Mosca.
La notizia, ripresa dal Tagesanzeiger svizzero, ha creato allarme negli ambienti politici e dell’intelligence di diversi paesi democratici, a cominciare dalla Germania di Angela Merkel. Gli obiettivi comuni non mancano: nazionalismo ed Europa delle patrie, opposta all’Europa come unità politica, e poi opposizione al liberalismo, in senso economico, politico e culturale, ostilità alla “lobby satanica” degli omosessuali, richiamo ai vecchi valori tradizionali di legge e ordine. Ospitante e sponsor l’oligarca russo Konstantin Malofe’ev, con la sua Fondazione intitolata a San Basilio il Grande. Malofe’ev, secondo il Financial Times, avrebbe accesso diretto a Putin ed è sospettato di aver finanziato i separatisti dell’Ucraina orientale. Al suo fianco Aleksandr Dugin, ex ultrà di destra, poi spostatosi su posizioni nazionaliste più moderate. E ancora: Marion Maréchal- Le Pen, la giovane nipote della carismatica numero uno del Front national, il popolare leader della Fpö (destra radicale austriaca) Heinz-Christian Strache, il capo dei radical- nazionalisti bulgari Volen Siderov. Dugin ha auspicato la creazione di «una quinta colonna filorussa di intellettuali che come noi vogliono rafforzare le identità nazionali ». E ha aggiunto: «Così potremo conquistare l’Europa e le sue anime e unirla a noi», e difenderla dalla decadenza occidentale, liberal e gay. L’idea, ovviamente, è di cavalcare l’onda populista uscita dalle urne: non fosse che proprio ieri Marine Le Pen ha dovuto per la prima volta sconfessare pubblicamente suo padre, il patriarca della destra francese, Jean-Marie Le Pen, che in un video ha attaccato un popolare cantautore ebreo, Patrick Bruel, con una battuta pesantissima: «Critica il Fronte? La prossima volta ne faremo un’infornata». Le Pen figlia si è vista costretta di dichiarare al Figaro che il padre «ha fatto un errore politico».
Per quel che riguarda la “Internazionale nera”, il grande interrogativo che inquieta le cancellerie europee, è fino a che punto l’alleanza sia in contatto col Cremlino. In ogni caso la Fpö di Strache ha ottimi contatti ufficiali in Russia, mentre Marine Le Pen fin dall’inizio della crisi con l’Ucraina ha voluto lodare la fermezza di Putin. Intanto prevale la riservatezza. Alla riunione niente immagini: quando Strache ha voluto scattare un selfie col suo smartphone, Malofe’ev lo ha subito rimproverato.



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