Francia critica su Schengen: per le emergenze non va

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 PARIGI — Se la crisi finanziaria ha fatto vacillare l’euro, l’immigrazione tunisina a Lampedusa rischia ora di far traballare un altro bastione dell’integrazione europea, il trattato di Schengen firmato nell’ormai lontano 1985. Il ministro dell’Interno Claude Guéant, impegnato a difendere la Francia dall’arrivo degli immigrati tunisini sbarcati in Italia, per la prima volta mette in discussione l’accordo: «Le norme di Schengen non sono completamente adatte a una situazione di emergenza» , ha dichiarato, a proposito dell’afflusso di clandestini a Lampedusa, nell’intervista al Figaro Magazine che uscirà  domani. Per giorni la Francia ha risposto duramente alle accuse della Commissione europea, assicurando che i controlli a tappeto alla frontiera con l’Italia sono perfettamente conformi a Schengen. Ma lo spirito del trattato — ossia la sparizione anche fisica delle frontiere tra i Paesi membri— è ormai abbandonato, superato dai fatti. E Parigi sembra cominciare a prenderne atto. La riflessione sui limiti di Schengen sarà  al cuore del consiglio europeo «giustizia e affari interni» di lunedì in Lussemburgo; arriva dopo che la Francia è stata criticata da Bruxelles per i respingimenti alla frontiera di Ventimiglia, e dopo che l’Italia ha annunciato il rilascio di 20 mila permessi temporanei (della durata di sei mesi) ai tunisini che sono già  sbarcati in Italia. Una misura che potrebbe permettere loro di entrare in qualsiasi Paese d’Europa, quindi nella loro meta d’elezione, la Francia. Il governo di Parigi giudica questi permessi temporanei come un escamotage di Roma per disfarsi di almeno una parte degli immigrati irregolari: Guéant e il ministro Roberto Maroni ne parleranno domani a Roma, nell’ambito del vertice dei Paesi mediterranei dell’Unione europea, prima che la questione venga affrontata anche dal premier Silvio Berlusconi e dal presidente Nicolas Sarkozy nel summit italo-francese del 26 aprile, sempre a Roma. Intanto, secondo il Post. fr, il gabinetto del ministro Guéant starebbe già  lavorando a una risposta concreta: «Abbiamo gli strumenti per contrastare questa misura e faremo ricorso a tutti i mezzi necessari» . I permessi temporanei ai tunisini rischiano di rilanciare una tensione tra Francia e Italia, su diversi dossier, che negli ultimi giorni era stata smorzata dalle dichiarazioni distensive del premier Franà§ois Fillon — «Sull’immigrazione l’Italia ha ragione» — e dall’intervento del ministero degli Esteri francese, che ha ricordato la stretta collaborazione tra i due governi e spiegato perché «l’Italia non deve sentirsi un alleato di serie B» . L’emergenza dei clandestini arriva proprio nel momento in cui il neo-ministro Guéant (all’Interno dal 27 febbraio) è impegnato in uno sforzo senza precedenti per ridurre l’immigrazione in Francia, e non solo quella illegale: «Vogliamo ridurre anche il flusso degli immigrati in regola» , ha annunciato al Figaro Magazine, abbassando il numero di chi viene per lavoro (20 mila all’anno), per ricongiungimento familiare (15 mila) e in base al diritto di asilo (10 mila). Quanto agli immigrati irregolari, Guéant vanta i successi del governo: «Prima del 2001 la Francia riconduceva nel Paese di origine 8 o 9000 persone l’anno, oggi siamo a circa 30 mila. L’obiettivo per il 2011 è fissato a 28 mila clandestini ricondotti alla frontiera, ma francamente spero che faremo di più» . In questo clima, che i tunisini sbarcati a Lampedusa possano entrare in Francia sventolando un permesso temporaneo rilasciato dall’Italia non appare una buona idea.


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