Rai, no al ricorso anti-Santoro Masi sconfitto anche in appello

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ROMA – La Rai continua a collezionare sconfitte in tribunale. Ieri, sul caso Santoro, nuovo schiaffo al dg Mauro Masi da parte della sezione Lavoro della Corte d’appello di Roma, che ha dichiarato “inammissibile” il ricorso della Rai teso ad ottenere la sospensione dell’esecuzione della sentenza (del 2009) con la quale era stato confermato il diritto di Santoro di lavorare come realizzatore e conduttore di programmi di approfondimento dell’informazione di prima serata. E ieri, nell’anteprima di Annozero (Rai2), Santoro ha commentato la sentenza attaccando Masi («i direttori dovrebbero fare i direttori») e puntando il dito contro Silvio Berlusconi, «un presidente del Consiglio che vuole fare l’autore tv, il giornalista, il conduttore di La sai l’ultima? E il giudice». Al suo pubblico, Santoro ha detto: «Grazie, perché voi siete una roccia e Annozero va avanti… perché il ricorso della Rai è stato giudicato inammissibile». Tra la Rai e Santoro il dibattimento è fissato per l’8 giugno. Domenico D’Amati, legale di Santoro, ieri ha sottolineato che «la Rai aveva motivato la sua richiesta sostenendo che vi era pericolo di un intervento sanzionatorio dell’Agcom per i contenuti di alcune recenti puntate di Annozero» mentre la Corte ha stabilito che «il pregiudizio paventato dalla Rai non si pone quale conseguenza diretta delle statuizioni di condanna contenute nella sentenza». La Corte nella sua ordinanza ha deciso che spetta alla Rai esercitare un’attività  di controllo compatibile con l’elevatezza delle mansioni esercitate e con il contenuto intellettuale e creativo dell’attività  giornalistica. Ai legali della Rai, la consolazione di ricordare che la Corte «ha confermato il potere di rappresentanza in giudizio del dg Masi». Ieri nel Cda Rai non si sono approvati i palinsesti estivi, ma si è parlato della sentenza Santoro (animata la discussione tra Masi e i consiglieri di minoranza). Commenti negativi dall’opposizione. «Masi vada via prima di fare altri danni», consiglia Vincenzo Vita (Pd) della Vigilanza. Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, parla di «ennesima provocazione della dirigenza Rai». «È una nuova sconfitta del vertice aziendale», sentenzia Giorgio Merlo (Pd) vicepresidente della Vigilanza Rai. Pancho Pardi (Idv) ha i «complimenti a Masi per l’ennesima figuraccia». Scoppia inoltre una polemica sulla decisione di trasmettere i talk show in campagna elettorale. La decisione della Vigilanza Rai, fortemente voluta dal presidente Sergio Zavoli, ha scatenato le ire di Francesco Storace della Destra. «Dal campione della Bbc de’ noantri mi sarei aspettato uno straccio di risposta. Invece il Presidente muto della Vigilanza tace e copre la porcheria combinata dalla sua Commissione col regolamento per le amministrative», ha detto Storace, minacciando addirittura una azione notturna, «un bombardamento di letame» davanti l’abitazione di Zavoli. Il tono triviale è stato condannato dalla Federazione nazionale della stampa e si registrata ampia solidarietà  verso il presidente Zavoli da parte dell’opposizione.


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