Contro l’orrore dell’Opg

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Il 19 aprile a Roma il Forum salute mentale e la Cgil nazionale, insieme a molte altre associazioni, hanno lanciato la campagna «Stopopg: per l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari». Per ribadire l’inaccettabilità  dell’istituto, sviluppare conoscenza, fare proposte, stimolare le istituzioni, denunciare quelle inadempienti. La presenza dell’Ospedale psichiatrico giudiziario conferma uno statuto speciale per il malato di mente e il permanere di un «doppio binario» per le persone con disturbo mentale che hanno commesso reato; mentre è consapevolezza diffusa tra gli operatori della psichiatria e del diritto che l’incapacità  totale di intendere e di volere, alla base dell’istituto, è evento eccezionale e che di norma il disturbo mentale, anche gravissimo, non è in grado di spegnere completamente la capacità  della persona di aver coscienza di stare commettendo un reato. Il perdurare dell’istituto è soprattutto frutto di pratiche omissive e mancate assunzioni di responsabilità , in particolare dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm), che non si fanno carico dei cittadini del loro territorio che hanno commesso un reato proponendo percorsi alternativi o di avviare progetti di dimissioni di quelli/e internati/e. Di contro sono all’evidenza le esperienze di alcuni Dipartimenti di salute mentale che non hanno cittadini del proprio territorio negli Opg. Il che dimostra che, volendo, si può fare. L’emanazione del decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) del 1 aprile 2008, che trasferisce la medicina penitenziaria dal Ministero della giustizia a quello della sanità , prevede una serie di interventi graduali per il superamento dell’Opg. Il decreto è stato assunto da tutte le regioni in cui sono allocati gli Opg (tranne la Sicilia), che quindi sono diventate titolari della salute delle persone lì recluse. Peraltro, contro le disposizioni del decreto, continuano il trasferimento in Opg di persone provenienti dal carcere e l’ammissione di persone in attesa di perizia. Perciò, le associazioni che hanno promosso la campagna «stopopg» chiedono al governo di rispettare gli impegni finanziari per il passaggio della medicina penitenziaria al servizio sanitario nazionale; alle Regioni di assumere l’onere dei cittadini internati negli Opg, attribuendo ai Dipartimenti di salute mentale le necessarie risorse; ai Dsm di avviare pratiche concrete di presa in carico degli internati e delle internate; alla Conferenza Stato-Regioni di sanzionare le Regioni e i Dsm inadempienti; alla magistratura di sorveglianza di mettere fine alla pratica di proroga della misura di sicurezza in relazione alla indisponibilità  del Dsm di farsi carico della persona in dimissione.
* Portavoce nazionale Forum Salute Mentale
(L’appello su stopopg.it e fuoriluogo.it)


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