“Silenzio violato”, Moratti attacca Pisapia

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MILANO – Anche a ventiquattro ore dall’apertura delle urne, quando il regolamento elettorale imporrebbe ai candidati il silenzio, la campagna elettorale milanese si è infiammata. Ed è nuovamente la Moratti ad alzare i toni. Oggetto del contendere, ieri, è stata una dichiarazione di Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra che al primo turno ha chiuso avanti di quasi sette punti, su Walter Tobagi, «giornalista coraggioso che indagava sugli “anni di piombo” in Italia, ucciso dai terroristi a Milano. Il suo nome rimane anno dopo anno un punto di riferimento della difesa della democrazia italiana».

Parole di commemorazione dettate nel 31° anniversario della sua morte (era il 28 maggio del 1980), per dire che «quell’assassinio non ha cancellato quello che Tobagi rappresentava» e che «noi gli dobbiamo sempre un accorato omaggio». Letizia Moratti, sindaco uscente del centrodestra, non ha gradito, alzando ancora una volta i toni di una campagna elettorale incandescente, iniziata venti giorni fa proprio con la falsa accusa a Pisapia di essere un ladro d’auto e un amico dei terroristi. «Di questa evidente violazione delle regole e dei comportamenti da tenersi nella giornata di “silenzio elettorale” – dichiara la Moratti – intendo informare il capo dello Stato Giorgio Napolitano auspicando le garanzie istituzionali affinché la competizione elettorale si concluda serenamente e nel rispetto delle norme della convivenza civile. Di questo ho già  informato il prefetto di Milano per quanto di sua competenza diretta». Pisapia preferisce non rispondere. Lo fa per lui il portavoce Maurizio Baruffi. «Letizia Moratti dovrebbe conoscere l’articolo 9 della legge 212 del 4 aprile 1956 che regolamenta il silenzio elettorale. Se lo avesse letto non avrebbe disturbato né il prefetto né tanto meno il capo dello Stato e viceversa avrebbe evitato di girare la città  tra teatri e oratori nel giorno in cui sono vietate le riunioni di propaganda elettorale in luoghi pubblici o aperti al pubblico».
Le critiche della Moratti, infatti, sono arrivate qualche ora dopo la partecipazione a un convegno della loggia massonica Grande Oriente d’Italia al teatro Nuovo e la sua visita all’oratorio della chiesa Gesù a Nazareth, in periferia, dove un’associazione sportiva stava organizzando un open day per le famiglie. Invitata dal presidente dell’associazione, il sindaco uscente non ha perso occasione per farsi vedere. La visita non è piaciuta ad alcuni genitori che l’hanno apertamente criticata: «Non è opportuno che da candidata sindaco venga qui oggi» le hanno detto. Lei, visibilmente in imbarazzo, ha risposto che era passata solo per un saluto: pochi minuti dopo era già  risalita in macchina.
Finisce quindi tra proteste e accuse una campagna elettorale che si è distinta per i toni accessi. Letizia Moratti è stata contestata in diverse occasioni, a partire dalla prima uscita pubblica dopo la sconfitta del primo turno quando andò a una manifestazione di disabili contro i tagli del governo. Partirono i fischi. Gli stessi sentiti in alcuni mercati e alla festa di chiusura in Duomo quando le fan di Gigi D’Alessio hanno scoperto che il loro idolo aveva dato forfait.

 


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