Calvi, un fax dai pm delle Bahamas riapre il giallo del tesoro nascosto

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ROMA – Ci sono alcuni «quotidiani italiani e panamensi» interessati a conoscere la lista dei nomi dei correntisti a cui era intestato il tesoro di Roberto Calvi, 70 milioni di dollari depositati alle Bahamas, e a capire a che punto sono le indagini sui traffici del banchiere dell’Ambrosiano. La richiesta, formalmente presentata all’autorità  giudiziaria delle Bahamas, è stata girata alla magistratura romana. Istanza singolare quella atterrata qualche giorno fa sulle scrivanie della procura di Roma. Il nulla osta rischia di dissotterrare un mistero che intreccia storie della P2 con protagonisti della P3 e che potrebbe aprire nuovi scenari tra le pieghe della più recente inchiesta sulla P4. C’è un filo rosso in questa “domanda di accesso agli atti” che potrebbe spiegare molte cose secondo la magistratura capitolina. A cominciare da chi sta pilotando la strana operazione che ha preso forma attraverso l’istanza arrivata al tribunale di Roma.
LA LETTERA DA NASSAU
L’autorità  giudiziaria delle Bahamas, due settimane fa, ha chiesto a quella capitolina l’autorizzazione a poter divulgare «lo stato delle indagini sugli affari di Roberto Calvi» transitati sui conti alle Bahamas su cui il banchiere, trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi, aveva fatto confluire il suo tesoro: 70 milioni di dollari. Quella documentazione, che per anni le autorità  d’oltreoceano si sono rifiutate di fornire all’Italia, malgrado ripetute rogatorie, oggi, «previo consenso della procura di Roma», viene consegnata a dei «giornali nazionali italiani e panamensi» che ne hanno fatto richiesta.
I NOMI DEI CORRENTISTI
A quasi trent’anni dall’omicidio del numero uno dell’Ambrosiano, iscritto alla P2, qualcuno reclama quelle carte. In particolare «organi di informazione italiana e panamense» sono interessati a capire a che punto sono arrivate le indagini sui traffici messi in piedi da Calvi e ai nominativi degli intestatari dei conti aperti in diverse banche delle Bahamas. Va detto che, in quella lista, i nomi, una trentina, sono tutti rigorosamente criptati: il primo è un tale Alex, l’ultimo Ynn.
I DUBBI DEI MAGISTRATI
Come mai le autorità  delle Bahamas per anni non hanno mai voluto fornire queste informazioni a quelle italiane? E ancora: chi c’è veramente dietro la richiesta di queste informazioni? La risposta a quest’ultimo quesito, secondo la procura romana, con molta probabilità  si nasconde nelle trame della P3 e della P4. Qualcuno ha bisogno di quelle informazioni.
IL PERSONAGGIO CHIAVE
Flavio Carboni è il personaggio chiave, il collegamento tra un’associazione segreta e l’altra. Coinvolto sia nella P2 (tanto da essere ritenuto e per questo processato e infine assolto, responsabile dell’omicidio di Calvi) che nella P3 (come faccendiere della loggia che vede indagati, fra gli altri, gli onorevoli Verdini e Dell’Utri) potrebbe essere il legame. L’esame della documentazione consegnata dalle Bahamas, sotto i riflettori della magistratura romana, svelerà  molti intrecci.
IL TESORETTO DELLA P2
I documenti richiesti sono molto importanti. In quelle filiali dell’arcipelago dell’oceano Atlantico, solo nel 2004 si scoprì che Calvi aveva fatto confluire, prima di essere ucciso, 70 milioni di dollari. Denaro che il banchiere avrebbe tentato di recuperare per sanare parte del crac del suo Banco Ambrosiano. Tutti quei soldi, secondo l’impianto accusatorio, erano i proventi di grossi traffici di stupefacenti gestiti dai boss colombiani del Cartello di Medellin e di investimenti degli esponenti di Cosa Nostra siculo-americana. Milioni di dollari di cui nessuno ha saputo più nulla.
La procura di Roma ha dato parere favorevole alla consegna degli atti ma non a fornire la lista dei titolari dei depositi bancari criptati a chi ne ha fatto richiesta.


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