Terremoto all’Fmi, interim a Lipsky

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NEW YORK – Il conto alla rovescia è già  cominciato. «Attenti a quello che potrà  accadere da oggi in Europa: più disordine finanziario, aumento del debito, nuovi problemi con le banche. E il Fondo monetario e la Banca centrale sempre meno capaci di affrontare il problema dei titoli tossici e del contagio finanziario». James “Cassandra” Rickards, esperto finanziario e volto noto di Cnbc, la tv di Wall Street, terrorizza l’America annunciando la fine del mondo «già  a partire dalla mezzanotte di New York di domenica»: cioè quando in Europa sarà  stata ancora l’alba ma le borse asiatiche avranno già  emesso il primo verdetto sul clamoroso arresto del capo del Fondo monetario.

Ma Rickards è purtroppo in ottima compagnia. Le borse d’Europa e Wall Street attendono con trepidazione di capire come e quanto inciderà  questa storiaccia che piomba proprio mentre l’America prova a lasciarsi alle spalle la recessione e l’Europa affronta l’ennesima crisi innescata dal debito greco: con tutte le incognite per l’euro. L’arresto di Strauss-Kahn lascia senza testa quell’Fmi in cui già  la settimana scorsa si era aperta una piccola crisi per l’addio di John Lipsky. È stato il numero due americano a presiedere ieri il “board informale” in cui la direzione del Fondo si è riunita all’improvviso in una piovosissima Washington: in quel quartiere generale di Foggy Bottom che come ogni domenica presentava il solito spettrale paesaggio. Lipsky, un ex manager di Goldman Sachs, aveva già  detto che non avrebbe cercato un secondo mandato quando il suo andrà  a scadenza alla fine di agosto: aveva però accettato di svolgere la funzione di “consigliere speciale” proprio per il suo capo in preparazione del G20 di novembre che la Francia – il paese di Strauss Kahn – si appresta a ospitare.
Stamattina sarà  il direttore generale Nemat Shafik a partecipare al meeting dei ministri delle finanze dell’euro che a Bruxelles discuterà  di Grecia e altri dolori. Al portavoce William Murray l’ingrato compito di assicurare che «il Fondo continua a rimanere pienamente funzionante e operativo». Ma è chiaro che non si può continuare così a lungo. Per tutta la giornata si sono inseguite le voci di dimissioni di Strauss-Kahn che però potrebbe anche tentare una resistenza non si capisce ancora quanto onorevole.
Quello che sanno tutti è che gli scatenati Brics – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – coglieranno la palla per reclamare il posto finora tradizionalmente occupato dagli europei. Tra i papabili del vecchio mondo ci sarebbe in pole position il governatore svizzero Philipp Hildebrand e c’è chi parla anche di Gordon Brown. Ma la notizia dell’arresto ha fatto fare un balzo anche nel ministero del Tesoro Usa dove Tim Geithner sta allontanando come un incubo la prospettiva della presidenza a un Bric.

 


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