Bonatti, la quota di Tanzi va all’asta per 51 milioni

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È l’ultimo «piacere» di Enrico Bondi ai francesi di Lactalis. Ed è probabile, anzi certo, che a Laval non ne sappiano nulla: si chiama Bonatti Spa. Una società  che macina utili progettando e costruendo soprattutto all’estero acquedotti, oleodotti, aeroporti e che rende teoricamente «soci» , sebbene per una manciata di giorni, i Besnier e lo stesso Calisto Tanzi. Il 22,64%nella disponibilità  personale di Tanzi — di cui si era perso traccia negli ultimi anni dopo che la quota era stata sequestrata all’indomani del crac — rispunterà  in un’asta il prossimo 12 luglio presso il tribunale di Parma. Prezzo base 51,5 milioni di euro. Una somma che andrà  dritta nelle casse della Parmalat Spa, dunque dei Besnier che peraltro possiedono un altro 10,26%della Bonatti. Gli altri azionisti sono la Bonatti Holding (63%), la Bonatti Spa (2,06%di azioni proprie) e Giovanni Tanzi, (2,04%) il fratello di Calisto.
 Il pacchetto nella Bonatti era stato offerto, insieme al veliero «Te Vega» , dallo stesso patron in carcere subito dopo il crac del dicembre del 2003 in uno scomposto tentativo di salvare la situazione: il buco si sarebbe rivelato pari a 14 miliardi di euro e, a confronto, quei pezzi si sarebbero rivelati delle noccioline.
 È probabile che, dopo la vicenda dei quadri sequestrati e delle automobili nella disponibilità  però della Parmalat in amministrazione straordinaria, sia questo l’ultimo pezzo del tesoretto personale di Tanzi di cui si parlerà . E ad esso sono legate, seppure in maniera del tutto indiretta, alcune pagine ancora oscure del crac. Alla Bonatti in passato era legato come consulente quell’Ettore Giugovaz, ex campione di rugby, che accompagnò Tanzi e la moglie Anita Chiesi nel misterioso viaggio in Ecuador subito prima dell’arresto del patron di Collecchio.
 A recuperare la società , pezzo a pezzo grazie a diverse transazioni con le banche, è stato il Bondi commissario straordinario. Nell’esecuzione mobiliare n. 1218/2010 si legge infatti che a promuovere l’azione davanti al giudice istruttore Fulvia Caselgrandi è la Sata Srl, una scatola usata da Tanzi ora nella proprietà  della nuova società  di Collecchio. — secondo la relazione del consulente tecnico d’ufficio, Alessandro Giaquinto, il 22,64%varrebbe anche di più: 64,4 milioni. Ma applicando uno sconto di «minoranza» del 20%si scende a 51,5. Seguendo lo stesso metodo, il pacchetto direttamente nel portafoglio della Parmalat dovrebbe valere altri 5 milioni circa. Ai francesi dunque — il cui nuovo board si riunirà  domani per nominare l’amministratore delegato che pare non sia Antonio Sala— dovrebbero andare altri 55 milioni. E pensare che solo con questa cifra i Besnier avrebbero potuto far confluire nell’Opa tutti i warrant in circolazione. Oppure distribuire quelle azioni gratuite ai piccoli risparmiatori che hanno bloccato martedì a Parma.


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