Il 70% ha il conto in banca e sei su dieci hanno l’auto
In particolare, il 62 per cento degli stranieri possiede un’auto, mentre tv, frigo e telefono (cellulare) sono presenti in tutte le famiglie. Il 42 per cento degli stranieri si collega regolarmente a Internet. E, soprattutto, il 78 per cento di loro lavora, rispetto al 48 per cento degli italiani. Anche se la crisi si è fatta sentire di più per gli immigrati: «Il calo occupazionale è stato di un punto per i lavoratori italiani e di quattro per loro – ha sostenuto Paolo Sestito, della Banca d’Italia, al convegno organizzato dall’Abi per presentare la ricerca – A parità d’impiego, inoltre, il livello retributivo degli immigrati è più basso».
Così, anche lo straordinario boom degli imprenditori stranieri (al 31 dicembre erano 336 mila e 50 mila di loro donne) ha un’altra faccia della medaglia: «Ceteris paribus – ha chiosato il dirigente Bankitalia – gli imprenditori immigrati ricevono affidamenti inferiori e pagano tassi più alti degli italiani».
Tutti d’accordo su un punto: l’immigrazione è un fatto strutturale dal quale non si torna indietro. Poche cifre, sciorinate dal vicepresidente dell’Abi, Guido Rosa, lo dimostrano: gli stranieri sono 5 milioni e incidono su quasi il 10 per cento degli occupati, contribuiscono alla produzione del Pil per l’11 per cento, pagano quasi 11 miliardi di euro di contributi previdenziali e dichiarano al fisco oltre 33 miliardi di euro. Ma, c’è un ma. «Siamo una società fondamentalmente chiusa e bipolare – ha concluso Rosa – in cui il fenomeno dell’immigrazione mette in discussione atteggiamenti economici e politici».
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