Da Lady Bonomi a Schimberni e Pirelli Nello studio Guatri la storia del capitalismo

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Poi Luigi Guatri ha chiuso il suo «storico» studio di via Massena 12/7 per trasferirsi in via Sacchi 7, dove lavora a fianco del figlio Giorgio e di altri collaboratori in collegamento con lo studio Gnudi e associati. Un «trasloco» dunque, certo non indolore considerato l’affetto per l’ufficio di tre piani che lo ha ospitato per 44 anni, ma non la fine dell’attività . Tanto è vero che l’ 83enne vicepresidente della Università  Bocconi questa mattina è a Napoli per un nuovo incarico professionale. In via Massena, con le finestre che si affacciano su un giardino che un tempo era stato un deposito di carrozze, Guatri è arrivato nel 1967, dopo essersi «fatto le ossa» prima in ateneo dove ha cominciato a insegnare dal 1944 a 22 anni, quindi dal 1951 in via dei Bossi 4 con Luigi Antonelli, che lui considera uno dei suoi due maestri (l’altro è l’economista d’azienda Gino Zappa). E da allora il grande studio al quale si accedeva con una scala a chiocciola e caratterizzato da boiseries e immense librerie è stato il suo quartier generale. Qui ha trascorso l’ «infernale» estate del 2010, dedicata alla perizia sul lodo Mondadori.
L’incarico, la consulenza tecnica d’ufficio assegnata in marzo dalla Corte d’Appello, ha richiesto più tempo del previsto considerata la complessità  e delicatezza del caso e anche il fatto che si trattava di dare valutazioni su asset non riferite a oggi, bensì al periodo giugno ’ 90-aprile ’ 91, cioè la stagione più calda della «guerra di Segrate» , combattuta per la Mondadori a colpi di sentenze e arbitrati tra Cir e Fininvest. Un’ «opera» di 200 pagine, allegati inclusi, che è stata determinante per la sentenza di sabato che ha definito in 560 milioni il risarcimento che il gruppo di Silvio Berlusconi deve versare alla Cir di Carlo De Benedetti. Uno dei lavori più delicati svolti da Guatri, ma di certo ben accompagnato per complessità  o impegno da molti altri.
Lui stesso ha ricordato di recente di non «essere mai stato un commercialista tradizionale» e, pur rifuggendo le statistiche, ha sottolineato che nel suo studio «sono transitati per mezzo secolo i più grandi gruppi del Paese per risolvere problemi valutativi legati a fusioni, acquisizioni, cessioni, aumenti di capitale con o senza opzioni, opa e via andare» . Ciò significa che in via Massena 12 sono passati molti protagonisti della nostra economia: da Leopoldo Pirelli ad Anna Bonomi Bolchini, la «Regina di Denari» o «Signora della Borsa» , da Mario Schimberni a Carlo Pesenti e il figlio Giampiero, da Giovanni Borghi, «Mister Ignis» , a Guido Carli, da Attilio «Artiglio» Monti ai banchieri Emilio Zanetti e Giovanni Auletta Armenise. Non però Enrico Cuccia, con il quale pure Guatri ha collaborato per oltre vent’anni, dal 1977 al 1997.
Cuccia riceveva in via Filodrammatici, era pressoché impossibile incontrarlo in un luogo diverso. Sono state numerose le occasioni professionali che hanno portato Guatri in Mediobanca, ma l’agenda comune si interrompe dopo che, nel ’ 96, il professore da presidente del collegio sindacale di Gemina rimanda in assemblea il giudizio sul bilancio 1995, decisione seguita (ha raccontato lui stesso) da «una bufera sui giornali» e dal silenzio di Cuccia. Che da quel momento ha sospeso gli incarichi allo studio di via Massena.
Da «commercialista non tradizionale» Guatri ha portato a termine almeno 270 grandi valutazioni, e ricoperto decine di incarichi anche in procedure e «sistemazioni aziendali» : in via Massena sono stati sviluppati difficili piani di risanamento e Guatri è stato commissario giudiziale dell’amministrazione controllata della Rizzoli Corriere della Sera nel 1982-84, commissario della liquidazione coatta amministrativa della Ifl di Vincenzo Cultrera, ha curato la sistemazione di 15 mila risparmiatori dell’Eurogest-Scotti, ed è stato presidente di garanzia di Freedomland.
Decine di anni di lavoro avviati con una «palestra» di eccezione quando, a partire dal 1963, a Guatri è stato affidato il «parere per la determinazione dell’equo indennizzo verso le società  elettriche private acquisite dall’Enel» , dozzine di casi proseguiti fino all’ 80. Guatri in via Massena ha anche lavorato come consigliere o sindaco di oltre 40 realtà  italiane «big» , da Banca d’Italia a Montedison, da Italcementi a (per 31 anni) Pirelli. Il «trasloco» non lo ha fermato: confermato presidente della Fondazione Javotte Bocconi, che controlla l’ateneo, guida anche il neonato Comitato promotore dell’Oiv, Organismo italiano di analisi e valutazioni economiche. E oggi è a Napoli.


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