Sì alla svendita della Grecia

Loading

 ATENE.Atene giovedì sera si leccava le ferite, e sperava nel vento e nella pioggia per pulire l’ambiente dalle tonnellate di gas mentre gli «indignati» hanno ripreso lo loro piazza e nel parlamento Giorgos Papandreou faceva passare con facilità  le leggi applicative dei tagli e della svendita del patrimonio pubblico del paese.

Papandreou ha allargato la sua maggioranza guadagnando anche i voti dei conservatori della Nuova Democrazia su 22 dei 49 articoli per le privatizzazioni e la svendita del patrimonio immobiliare dello stato. I cinque deputati del partito centrista Alleanza Democratica hanno votato «presente», mentre i tre partiti di sinistra e Laos hanno votato contro su tutto.
Il vicepresidente del governo e ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, è convinto che ora la posizione del paese sarà  più forte durante la riunione dell’Eurogruppo prevista per domenica, dopo il voto di fiducia al governo, al votazione dei tagli e la loro applicazione. E canta vittoria. Domenica, d’altronde, il governo greco aspetta il semaforo verde dall’Eurogruppo per incassare la quinta dose dei 12 miliardi di euro con cui verranno pagati i titoli in scadenza nelle prossime ore. Evitando il fallimento del paese. Ma osserva da vicino le manovre del governo tedesco e del settore finanziario della Germania per l’auspicabile proroga decennale dei BoT greci che sono nelle mani delle banche ed assicurazioni tedesche.
Le grandi assicurazioni greche hanno già  preparato per il ministro della Salute Andreas Loberdos un piano per la privatizzazione degli ospedali e dei servizi sanitari, visto che il ministro ha detto che 50 dei 133 ospedali pubblici saranno in gestione mista con i privati, mentre questi ultimi si stanno preparando a mettere le mani in tutte le strutture di assistenza pubblica. E’ stata invece spostata al 2012 la privatizzazione della compagnia elettrica Deh e delle grandi compagnie dell’acqua. Il governo ha avuto paura. Una mossa che ha alleggerito Papandreou dalla forte pressione del sindacato di Deh, che annullò gli scioperi e le interruzioni della corrente in varie parti del paese. «Il governo dovrà  sanguinare molte volte per fare la privatizzazione di Deh», ha avvertito ieri il sindacato di Genop-Deh, dimostrando la sua intenzione di continuare la lotta contro i tagli.
Per l’opinione pubblica greca le leggi applicative rappresentano la parte peggiore del pacchetto varato dal parlamento, perché prevedono privatizzazioni e svendite del patrimonio dello stato per 50 miliardi di euro. «La fiera dell’usato più grande nel mondo», come sostiene il Wall Street Journal. Il fatto che Papandreou voglia affittare ai privati le spiagge del paese ha messo sul piede di guerra molte comunità  vicine al mare, orgogliose non solo del loro patrimonio naturale ma anche interessate a non lasciare l’industria turistica del paese a terzi.
Molti dei giovani che hanno riempito piazza Syntagma nelle ultime settimane pensano di portare il vento della rivolta proprio in queste comunità  durante l’estate. In piazza Syntagma, nel frattempo, i picchiatori e i “soliti ignoti” hanno avuto un volto. Quello di sindacalisti di estrema destra e ammiratori di Hitler, visto che le telecamere li hanno sorpresi mentre collaboravano con la polizia ed entravano incappucciati nel parlamento armati con aste di ferro.
Ma i dettagli della macelleria umana alla stazione della metro di Syntagma e delle dure cariche della polizia vicino all’ Acropoli hanno fatto infuriare l’ opinione pubblica, aumentando la certezza che i disordini erano progettati e voluti dalla polizia e forse dallo stesso governo.
D’altronde in televisione si era visto un noto neofascista entrare in parlamento incappucciato e con una mazza parlando amichevolmente con i celerini, mentre poco prima picchiava militanti della sinistra e creava disordini in piazza.
Le associazioni dei farmacisti e dei medici hanno denunciato il comportamento disumano della polizia verso i feriti e le persone con problemi respiratori e il comportamento bestiale contro i centinaia di feriti e le decine di medici e farmacisti che gli prestavano assistenza nella stazione della metro di piazza Syntagma. Fino alla chiusura del metro dopo la mezzanotte di mercoledì i treni portavano feriti alla stazione della metro vicina all’ ospedale di Evaggelismos, dove la polizia continuava a creare problemi alle ambulanze.
Il presidente del sindacato della polizia Poasy Fotopoulos è stato molto esplicito parlando a radio RealFm sul comportamento dei sui colleghi: «Chiedo scusa ai cittadini. E’ una vergogna. Vergogna. Vergogna».
Il ministro dello Sviluppo Kostas Skandalidis non ha escluso la collaborazione delle forze di polizia con «gruppi parastatali», mentre diversi membri del Consiglio Politico di Pasok hanno denunciato le azioni della polizia chiedendo di fare luce. Le spiegazioni del ministro del Protezione del Cittadino, come si ribattezzò il ministero dell’Interno, non ha convinto nemmeno i deputati socialisti, che però dicono di voler dare fiducia al ministro Christos Papoutsis.
La sinistra, Kke, Syriza e Sinistra Democratica, hanno denunciato il comportamento della polizia. Papariga ha detto che le repressione vuole piegare gli scioperanti. Mentre non ha risparmiato critiche indirette agli “Indignati”, che Kkb continua a considerare una movimento «nebuloso». Da parte sua Syriza si è ritirato dall’aula durante il dibattito sugli scontri ad Atene, dopo che i ministri di Pasok e gli esponenti di estrema destra di Laos cercavano di incolpare ancora una volta la coalizione di sinistra per gli scontri. Tra l’altro la sinistra ha denunciato che la polizia ha utilizzato gas scaduti da anni e di ignota provenienza e composizione chimica.
La piazza Syntagma rimane il punto di riferimento della rivolta popolare e pacifiche degli ateniesi. Un grande numero di associazione di lavoratori ha chiamato ieri ad una manifestazione alle 18.00, mentre alle 19.30 si dovevano aggiungere anche quelli del settore pubblico di Adedy e naturalmente gli «Indignati». «Siamo feriti ma non piegati», ripetevano molti «Indignati».
La violenza della polizia ha riempito di rabbia anche nella periferia greca alimentando un profondo astio verso il Pasok, che soffre già  la devastazione delle sue sedi a Xania e Irakleio, dove trenta persone hanno distrutto il finto muro di gesso della sede devastarla, mentre i funzionari di Pasok guardavano inermi senza che nessuno li toccasse… Invece il presidente del Pasok con si ferma. Forte delle sue vittorie in parlamento, Papandreou ha convocato il direttorio dell’Internazionale Socialista per venerdì e sabato ad Atene invitando anche bloggers che hanno partecipato alle rivolte in Tunisia ed Egitto, mente è probabile anche la partecipazione di ribelli libici. Una dimostrazione di forza o una beffa da parte del presidente dell’Internazionale Socialista e vecchio amico di Bel Ali, di Mubarak e di Gheddafi? «Dobbiamo gemellarci con piazza Tahrir – diceva ieri sera uno degli «Indignati» – perché «il socialismo del manganello ci ha avvicinati più ad Africa che al resto dell’Europa».


Related Articles

PARTIGIANI CONTRO LA CRISI

Loading

Nell’ultimo decennio in 25 paesi emergenti il Pil è cresciuto ad un tasso medio annuo del 5.8 per cento (Qatar, Cina, Kazakhstan, India, Vietnam e Nigeria l’hanno nettamente superato), di contro ad una crescita negativa del Giappone, all’1% dell’eurozona, ed all’1,5% degli Usa. Sempre nell’ultimo decennio la distribuzione del prodotto industriale mondiale ha visto il crollo degli Usa (passati dal 24.8 al 15.6%), del Giappone (dal 15.8 al 9,1%) e della Ue (dal 24.2 al 18%). 

Il sud d’Europa migra in Germania

Loading

BERLINO Secondo i dati dell’istituto federale di statistica è boom di immigrati. Non accadeva dal 1995. Cresce del 40% il flusso proveniente da Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. Sono per lo più giovani, spesso laureati, in cerca di un futuro

L’omertà  del ministro

Loading

Tra le misure potrebbe trovare spazio anche la «legge Fiat» per sterilizzare le cause della Fiom contro gli accordi separati siglati dal Lingotto con Cisl e Uil Tremonti racconta ai parlamentari quello che già  sapevano. Non una cifra, né un particolare, ma la proposta di libertà  di licenziamento e di abolizione della contrattazione nazionale

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment