Telco svaluta ancora Telecom ora il salasso è di 2,6 miliardi

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MILANO – Telecom Italia presenta il conto al socio Telco: 2,6 miliardi di euro complessivi. Rateizzati sotto forma di svalutazioni con la prima quota nel 2009 (1,4 miliardi) e quella di ieri (1,2 miliardi). Un prezzo caro, che abbatte del 32% l’investimento del 2007 portando il valore di carico delle azioni da 2,69 a 1,8 euro dopo la decisione formalizzata ieri, sulla base di una fairness opionion di Lazard, quando il cda della holding partecipata da Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo ha ratificato la nuova svalutazione di 40 centesimi. Con l’incognita delle azioni Telecom Italia che a Piazza Affari viaggiano a poco meno della metà : 0,91 la chiusura di ieri. Come a dire che gli 8 miliardi spesi quattro anni fa (4,1 in contanti più il resto sotto forma di debito), oggi, sul mercato valgono 2,75 miliardi. Certo, in una qualunque trattativa Telco farebbe valere il premio di controllo, ma difficilmente – secondo gli addetti a lavori – otterrebbe 1,8 euro per azione.
La svalutazione pesa quindi sui conti della holding che chiude l’anno fiscale in rosso con una perdita di 1,15 miliardi contro un risultato in sostanziale pareggio (perdita di 1,5 milioni) dell’esercizio precedente.
E gli effetti, sui conti dei soci Telco, potrebbero già  sentirsi sulla semestrale appena chiusa. Per allinearsi alla decisione della holding (e in generale per recepire una svalutazione o rivalutazione) gli azionisti hanno tempo fino al cda che approverà  i conti trimestrali.
Chi rischia di più è Telefonica che, con il 46% di azioni Telco, potrebbe portare a bilancio perdite per 552 milioni, riducendo il valore di carico da 2,6 a 2,2 euro e giustificando la differenza di prezzo rispetto agli altri soci con «sinergie industriali». Sinergie che negli ultimi tre anni hanno raggiunto 1,3 miliardi.
Pesante l’impatto anche per Generali (30,6%) con 367 milioni mentre per Intesa Sanpaolo e Mediobanca (11,5% cadauno) il conto ammonta a 138 milioni.
Insomma sono lontani i tempi del 2007 quando Telco rilevò Olimpia dalla Pirelli di Marco Tronchetti Provera e a fine dicembre iscrisse a bilancio la partecipazione per 2,75 euro, con il titolo in Borsa che valeva già  poco più di 2 euro. Pochi mesi dopo furono acquistante altre 120 milioni di azioni per un euro portando il valore di carico complessivo a 2,69 euro. Nel 2009, poi, la prima rettifica portò a 2,2 il valore di libro, con una svalutazione complessiva di 1,4 miliardi di euro. La società  per compensare le perdite (1,66 miliardi) decise quindi di abbattere il capitale e azzerare le riserve per 1,26 miliardi di euro. I soci poi per coprire il fabbisogno finanziario, ovvero i debiti in scadenza, procedettero con un “finanziamento soci”, impegnandosi a sottoscrivere pro quota un prestito obbligazionario. Lo scorso anno, invece, la relazione sul bilancio evidenziava un risultato (-1,5 milioni) che beneficiava di 150,2 milioni di euro di dividendi sulle azioni Telecom Italia in portafoglio, superiori agli oneri finanziari (148,2 milioni).


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