Enel Green Power batte le stime grazie all’eolico e al Sudamerica

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MILANO – Si potrebbe dire che i conti di Enel Green Power, la società  del gruppo Enel attiva nelle energie rinnovabili, corrono sulle ali del vento. Soprattutto quello che soffia sulle Ande. È stato grazie al boom della produzione eolica e allo sviluppo della società  in Sudamerica che il gruppo guidato da Francesco Starace ha archiviato i primi sei mesi dell’anno con i risultati in crescita, superiori alle stime degli analisti finanziari. I numeri della semestrale parlano di ricavi in crescita del 28,4% a 1,33 miliardi, margini saliti del 34,9% a 878 milioni – superiori alle stime – e un utile netto a 300 milioni. la crescita costa in termini di indebitamento, salito a 3,76 miliardi al 30 giugno.
Rispetto a un anno fa la capacità  installata è salita del 10,6%, con 538 megawatt sui 611 coperti da nuovi impianti eolici. La capacità  totale è così ora di 6.372 megawatt, di cui il 38% di idroelettrico, il 45% di eolico, il 12,2% di geotermico e il 2,6% tra solare, biomasse e cogenerazione.
Allo stesso modo si può dire che Egp – esattamente come accade per la controllante Enel – parli sempre di più spagnolo. La produzione di energia elettrica da impianti rinnovabili nei prismi sei mesi del 2011 è stata pari a 6,7 terawattora nell’area di attività  che comprende l’Italia e l’Europa (con una crescita dell’1,5% rispetto al primo semestre 2010), di 3,5 terawattora in Spagna e nel Sudamerica (in salita del 24%) e di 1,6% terawattora nel Nordamerica (+14,3%).
Si diceva del contributo dell’area “iberica”. Lo si vede molto bene scorporando i margini per area geografica. L’ebitda dell’area Italia e Europa è in calo del 7,7% rispetto al primo semestre 2010, mentre nell’area Sudamerica si registra un rialzo del 49,2% (al netto delle operazioni straordinarie). Molto bene anche il Nordamerica dove i margini sono saliti del 49%. L’ad Francesco Starace ha confermato tutti gli obiettivi di crescita e finanziari annunciato a marzo alla presentazione del piano industriale


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Tobin Tax europea: una realtà ?

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La Tobin Tax servirà  per finanziare politiche ambientali – foto: changemaker.no

Alla fine sembra proprio che l’adozione della Tobin tax a livello europeo sia realtà . Anche l’Italia alla fine parteciperà  a quel gruppo ristretto di Paesi che intende mettere una tassa del 0,05% sulle transazioni finanziarie. Una grande vittoria per chi si batte da anni per un provvedimento mirante ad attingere almeno un poco ai capitali che transitano da un capo all’altro del mondo sulla scorta di istanze speculative quasi sempre poco trasparenti. I Paesi europei aderenti alla Tobin Tax utilizzeranno il meccanismo della “collaborazione rafforzata”: se almeno 9 Paesi su 27 sono d’accordo possono agire in determinati ambiti senza il consenso degli altri, facendo in questo modo da apripista a chi si vorrà  aggregare in un secondo tempo.

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