“Il figlio del boss socio occulto di Lele Mora” sequestrati a Milano i locali della movida

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MILANO – Il boss palermitano, Guglielmo Fidanzati. Ma anche Lele Mora. Sugli strani intrecci delle società  che gestiscono i locali più in voga della movida milanese, si allungano le ombre del riciclaggio e della malavita. Sono il risultato dell’inchiesta della Dda lombarda che ieri è sfociata nel sequestro dei pacchetti azionari di locali come lo Shocking club, il Luminal, il Cafè Solaire e il Borgo Karma.
Fidanzati, attualmente in carcere per traffico internazionale di droga, è figlio del boss dei quartieri di Palermo Arenella e Acquasanta, Gaetano, arrestato lo scorso anno e considerato tra i 30 latitanti più pericolosi. Ora, il sessantaduenne Guglielmo, nonostante una sfilza di precedenti alle spalle, avrebbe deciso di continuare a seguire le orme paterne. Per l’accusa sarebbe infatti lui il regista occulto degli affari milanesi sui locali notturni più in voga, attraverso l’uso di prestanome, definiti «discepoli» nelle intercettazioni. In un verbale del 12 marzo scorso, la compagna confessa ai magistrati il suo ruolo.
«Guglielmo è socio occulto in diversi locali tra cui lo Shocking, il Papaja, e il Borgo Karma con Lele Mora (proprio al Karma, pochi giorni dopo le scoppio dello scandalo bunga bunga, Ruby Karima si è esibita in una serata, ndr)». L’ex agente delle star viene nominato in più passaggi dal decreto di sequestro eseguito ieri dalla Gdf. Nel corso delle intercettazioni, gli indagati «citavano in varie circostanze Lele Mora, in veste di persona avente delle interessenze nel Cafè Solaire e nello Shocking». Sempre l’arruolatore delle serate di Arcore del presidente del Consiglio, viene anche accostato a un cittadino tedesco, Artur Hartl, proprietario di quote di due società  sequestrate. Grazie alle intercettazioni, Mora risulta essere stato interessato, nei mesi scorsi, «all’acquisizione della gestione dei teatri Smeraldo di Milano e Sistina di Roma». Un interesse abortito, evidentemente, sul nascere, visto che dal giugno scorso, l’ex procuratore delle aspiranti stelline televisive, è in carcere, travolto dai debiti della sua Lg Management (circa 19 milioni di euro), e dall’accusa di bancarotta fraudolenta.


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