Coordinate bancarie nelle dichiarazioni manette per chi evade oltre 3 milioni

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ROMA – Enti locali esattori, dichiarazioni dei redditi sui siti dei Comuni (distinte anche per professioni o per scaglioni di importi), manette ai grandi evasori, più imposte per le società  di comodo e quelle in perdita sistemica, estremi bancari nelle dichiarazioni di redditi e Iva, inasprimento delle sanzioni per chi fa il furbo con il fisco, incentivi all’uso del denaro elettronico, stretta sul redditometro, più tasse per le società  cooperative, obbligo di scontrino per gli stabilimenti balneari, anche per ciò che non è cibo e bevande. Il pacchetto fiscale, gran parte del correttivo della manovra bis contenuto nell’emendamento del governo deposito ieri in Senato, vale all’incirca quanto la supertassa cancellata: 3,8 miliardi di euro. Saldi confermati da Tremonti e ratificati dalla Ragioneria generale dello Stato.
Se l’imposta «evasa o non versata» supera i 3 milioni «non si applica la sospensione condizionale della pena» e dunque scatta subito il carcere. La prima novità , più eclatante, si accompagna ad un abbassamento di tutte le soglie – di reddito non dichiarato, o dichiarato in modo fraudolento, infedele, ma anche per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti – oltre le quali è prevista la reclusione (decreto legislativo 74 del 2000), con pene da un anno e mezzo a 6 anni, per lo più. Le attenuanti, secondo quanto inserito ieri, diminuiscono le pene di un terzo, anziché per metà . I termini di prescrizione allungati di un terzo.
L’altra novità  riguarda i Comuni. Dovranno pubblicare online le dichiarazioni e istituire il Consiglio tributario, esistente solo sulla carta dagli anni ‘70, entro il 31 dicembre di quest’anno per dialogare con l’Agenzia delle entrate. Se non lo faranno, perderanno gli introiti dalla Robin tax (ora integralmente girati agli enti locali) e la possibilità  di trattenere il 100% di quanto recuperato dall’evasione. «Una follia», la definisce Graziano Delrio, vicepresidente dell’Anci. «Noi dobbiamo fare i servizi, non i delatori. Ora ci costringono a creare l’ennesimo organismo che tra l’altro non ha mai funzionato. Una complicazione ulteriore di cui non si sentiva il bisogno. Tra l’altro, redistribuire l’introito della Robin Tax tra gli enti locali non solo non ci salva dai tagli, ben più corposi dello “sconto”. Ma ci sottrae, indirettamente, altre risorse. La Robin è una tassa che si applica alle società  che producono energia, quasi tutte municipalizzate. In pratica, ancora minori introiti per i Comuni che, in ogni caso, dalla Robin nel 2012 avranno appena 500 milioni. Ridicolo».
Alle società  di comodo, quelle di fatto non operative, per lo più unipersonali e con basso capitale sociale, costituite per eludere tasse e imposte sui beni di lusso, viene applicata un’Ires maggiorata al 10,5%. Stessa entità  riservata a quelle società  in perdita da tre anni, considerate di fatto non operative. Nel redditometro, poi, entrano anche i beni dell’impresa utilizzati in quanto «soci o familiari dell’imprenditore», ovvero la differenza tra il valore di mercato e il corrispettivo annuo. E scatta l’obbligo per l’imprenditore di comunicare all’Agenzia delle entrate quali beni societari sono dati “in prestito”, pena una sanzione pari al 30% di quella differenza.
L’altra norma che pure farà  discutere è l’obbligo di indicare nelle dichiarazioni di reddito e Iva «gli estremi identificativi dei rapporti con gli operatori finanziari», dunque i dati bancari del contribuente. Un rafforzamento di quanto già  previsto dalla legge del 1973 sull’anagrafe tributaria. Tra i provvedimenti fiscali, anche l’inasprimento, ovvero le minori agevolazioni, a carico delle società  cooperative non agricole e a quelle della distribuzione di grandi dimensioni, entrambe a mutualità  prevalente: per le prime, l’imponibile Ires aumenta dal 30 al 40% (la parte di utile tassata), per le seconde dal 55 al 65%. Infine, un incentivo per imprese e professionisti con fatturati o compensi inferiori ai 5 milioni: se utilizzano esclusivamente denaro elettronico, vedranno ridotte della metà  le sanzioni tributarie, non penali, in caso di dichiarazioni dei redditi non corrette.


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