Corsa a dieci per le frequenze tv ci sono anche Ben Ammar e la 3

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MILANO – La lista dei pretendenti per aggiudicarsi le frequenze digitali è più lunga degli spazi disponibili. Del resto mentre le frequenze tv saranno regalate, quelle per la telefonia verranno pagate a caro prezzo.
Alla scadenza del termine per la richiesta di ammissione alla gara delle sei frequenze tv si sono presentati 10 candidati, che a loro volta hanno inoltrato 17 richieste. Ora la parola passa al ministero per Sviluppo economico, che dovrà  selezionare i pretendenti più idonei a partecipare alla gara (beauty contest) per i nuovi spazi sull’etere. In corsa c’è la Rai, Elettronica industriale (gruppo Mediaset), Telecom Italia Media Broadcasting, Sky Italia Network Service; Prima tv (che fa capo all’imprenditore Tarak Ben Ammar), 3lettronica Industriale (Gruppo 3 Italia), Europa Way (dell’imprenditore Francesco Di Stefano), Tivuitalia (gruppo tv bresciano), Canale Italia (emittente locale veneta) e infine Dbox società  siciliana di contenuti televisivi che si insedierà  nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Telecom ha presentato ben tre diverse domande, Sky ne ha presentata solo una, gli altri maggiori pretendenti hanno per lo più inoltrato due richieste a testa. «I nominativi dei soggetti che saranno ammessi alla procedura di assegnazione – spiega una nota del ministero guidato da Paolo Romani – saranno annunciati dopo la valutazione della Commissione disciplinare di gara». Le procedure per la nomina del pool di esperti sono in corso e saranno completate all’inizio della prossima settimana.
Una volta che il ministero avrà  scelto i tre commissari, saranno aperte le 17 buste ricevute ieri. A quel punto verosimilmente la Commissione impiegherà  circa due mesi per selezionare i sei vincitori dei vari lotti di frequenze messe in palio. Dal canto suo il commissario Ue Joaquin Almunia ha fatto sapere che seguirà  da vicino la gara per verificare che si vada verso una concreta apertura della concorrenza tv nazionale. Nonostante le polemiche dei giorni scorsi, il “concorso di bellezza” per questi spazi digitale resta gratuito. «Mi piacerebbe sapere che cosa farà  il governo del nostro emendamento per le frequenze televisive – ha ribadito ieri il senatore del Pd Vincenzo Vita – chissà  se avranno il coraggio di sputare in faccia a un introito certo di due miliardi, dopo aver chiesto lacrime e sangue agli italiani». Ma a questo punto cambiare i termini della gara in corsa significherebbe azzerare quanto fatto finora e ripartire da zero, un’ipotesi che sembra improbabile.
Procede intanto a colpi di rilancio la gara per l’assegnazione delle frequenze telefoniche a pagamento ieri sera ha raggiunto quota 2,97 miliardi, circa 600 milioni in più rispetto alla cifra iscritta nel bilancio dello Stato. Nella nuova tornata di rilanci, Telecom, Wind, Vodafone e 3 hanno superato i 2,4 miliardi richiesti dal governo. Ieri i quattro operatori hanno effettuato ben 15 rilanci sia per la banda da 800mhz sia in quella 2600mhz. Va poi precisato che per le sei frequenze più pregiate – da 800mhz – sono state offerti complessivamente 2,4 miliardi.


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