Evasione, il reato scatta dai 30 mila euro

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ROMA — Il primo giorno di applicazione della nuova aliquota Iva al 21% riaccende il dibattito sull’impatto della manovra antideficit appena approvata dal Parlamento.
Le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme sostenendo che l’aumento dell’Iva sarà  un salasso per le famiglie, i negozianti si difendono assicurando che faranno di tutto per evitare i rincari, ma ammettono che qualche effetto sull’inflazione e sui consumi ci sarà , e l’Istat conferma che per mantenere il tenore di vita gli italiani hanno già  ridotto i risparmi. Il tutto mentre l’ufficio studi degli artigiani di Mestre prevede nel 2012 un aumento della pressione fiscale al 54% sui cittadini che pagano le tasse, e l’Agenzia delle entrate spiega che per quelli che non le pagano salgono, e di parecchio, le probabilità  di finire in carcere.
Secondo le associazioni dei consumatori, già  ieri, il listino di un terzo dei negozi ha subito un ritocco all’insù. «Il 35% degli esercizi commerciali — denuncia il Codacons — ha già  aumentato i prezzi, e così ha fatto, già  da ieri mattina, la stragrande maggioranza dei distributori di carburante». I rincari sarebbero stati applicati soprattutto nei piccoli negozi, sui generi di piccolo importo, come i prodotti per la pulizia delle casa e l’igiene personale, e nelle grandi città , in particolare Milano, seguita da Venezia e Napoli. «Il rischio — dice il presidente, Carlo Rienzi — è che gli aumenti possano estendersi anche a beni e servizi non coinvolti dallo scatto dell’aliquota Iva, determinando una stangata di 385 euro l’anno a famiglia».
Per Adusbef e Federconsumatori i carburanti sono già  aumentati di 1,3 centesimi al litro, e questo aumento inciderà  su tutti i beni che vengono trasportati, quindi anche su quelli, come la stragrande maggioranza dei prodotti alimentari, che mantengono l’Iva al 4%. Un rischio sottolineato anche dalla Coldiretti, che invita il governo a vigilare per evitare che l’aumento dell’Iva costituisca un’occasione per la speculazione. Secondo Federalimentare, l’aumento dell’Iva finirà  per colpire un terzo dei prodotti alimentari, con un aggravio di spesa di 180 euro l’anno.
«Faremo di tutto per non traslare l’aumento dell’Iva sulle tasche dei cittadini, ma i consumi non vanno bene», dice il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, secondo il quale la manovra appena varata pesa sulle famiglie per 33 dei 54 miliardi complessivi. Ciò detto, secondo la Confederazione, gli aumenti rilevati dai consumatori non sono ancora dimostrabili, e se ci saranno si sentiranno solo tra due o tre mesi. Anche la Confcommercio contesta le analisi dei consumatori. Sostenendo che l’aumento al 21% dell’imposta «produrrà  inevitabilmente un piccolo scalino inflazionistico». Il vero problema, secondo i commercianti, è la crisi dei consumi.
Che i consumi siano stagnanti è noto, anche se gli italiani ci rinunciano difficilmente. Secondo Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, per poter mantenere il livello dei consumi durante la crisi, che evidentemente pensavano fosse solo temporanea, le famiglie italiane hanno già  eroso del 9% il tasso di risparmio. Il peggio rischia dunque di arrivare adesso, «perché la manovra prefigura 3-4 anni di stretta molto forte», dice Giovannini. Secondo il quale per migliorare le condizioni dell’economia servirebbero misure più incisive contro l’evasione, come un maggior uso della moneta elettronica.
L’Agenzia delle entrate, intanto, affila le armi della repressione contro gli evasori. Con le nuove norme introdotte nella manovra le soglie di rilevanza penale dei reati fiscali sono state abbassate di molto, a trentamila euro. E da alcune decine di migliaia, la platea degli evasori che rischiano il carcere, dice il Direttore dell’accertamento, Luigi Magistro, è cresciuta ad «alcune centinaia di migliaia».


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