Fiom apre una nuova stagione Sintonia tra Landini e Camusso

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Dialettica, ma non dualismo. La prima giornata dell’Assemblea nazionale Fiom a Cervia (Ravenna) segna un’inedita sintonia fra la relazione di Maurizio Landini e l’intervento di Susanna Camusso. Gli applausi reciproci (cinque quelli riservati a Camusso, da una platea che appena 6 mesi fa proprio a Cervia fischiò Vincenzo Scudiere) sanciscono un riavvicinamento inaspettato, un clima nuovo, in special modo se si considera che avviene il giorno dopo la firma del segretario genenerale della Cgil sul contestato (dalla Fiom e dalla minoranza) accordo del 28 giugno.
La pax intraconfederale è figlia soprattutto del profilo assai pragmatico che Landini ha voluto dare alla piattaforma per il rinnovo (o meglio, «la riconquista») del contratto nazionale dei metalmeccanici. L’obiettivo viene perseguito mettendo al centro l’idea di partecipazione dei lavoratori alle scelte organizzative delle aziende. Per fare questo si concede l’uso di uno strumento come «la clausola di raffreddamento», una sorta di moratoria sugli scioperi. Dove le aziende si impegnano a discutere con i sindacati su organizzazione e prospettive, il sindacato si impegna alla sospensione di iniziative unilaterali e quindi, sostanzialmente, di scioperi.
Landini ha parlato soprattutto di contratto, facendo un solo riferimento sull’accordo del 28 giugno: «Esiste una differenza di valutazione con la Cgil, il punto che non mi convince è che non c’è in quell’accordo, sul terreno della democrazia, una soluzione per validare un contratto ed evitare un accordo separato. Io considero che non aver risolto questo problema è un punto di debolezza del sindacato». Per il resto il segretario generale dei metallurgici ha ribadito l’idea di un referendum contro l’articolo 8.
Camusso ha apprezzato la relazione sottolineando come «la codeterminazione è una sfida difficile, ma la straordinarietà  della crisi chiede di determinare le stagioni del cambiamento». Pur rimarcando le divergenze di vedute sull’accordo del 28 giugno («ancora più necessario ha spiegato dopo l’articolo 8»), Camusso ha voluto sottolineare soprattutto i punti di unione: «Landini ha proposto con nettezza il tema dell’essere nella Cgil, ci deve essere una giusta valorizzazione della dialettica, che però non può diventare un dualismo che indebolisce tutti. Non ci sono più organizzazioni che si guardano, ma una grande organizzazione, che è la Cgil, e che è per forza un’organizzazione plurale. Se l’idea è quella di stare insieme ha concluso la Cgil sarà  con voi tutti i giorni». E ad apprezzare la relazione di Landini è anche la minoranza interna, vicina a Camusso, guidata da Fausto Durante. «Il segretario ha premesso di non parlare a nome dell’intera segreteria sottolinea Durante un elemento di discontinuità  importante. Se il testo della piattaforma sarà  coerente con la relazione di Landini, noi voteremo a favore». Molto critica con segretario federale e confederale è invece l’ala sinistra guidata da Giorgio Cremaschi e dal segretario nazionale Sergio Bellavita.
LA PIATTAFORMA
Landini ha spiegato che il testo della piattaforma «deve escludere le deroghe», «chiedendo a Fim, Uilm, Federmeccanica un atto di responsabilità  per arrivare ad un nuovo contratto nazionale» ed «evitare di estendere il modello Fiat a tutte le imprese del nostro Paese cancellando i diritti». Al centro della piattaforma c’è il tema «della democrazia, far votare i lavoratori il più spesso possibile», puntanto sulla «riunificazione dei processi produttivi e la riduzione della precarietà , per evitare che la competizione sia scaricata solo sui lavoratori». Riguardo alla questione salariale «la richiesta economica proposta è di 206 euro di aumento per il triennio». Landini ha concluso spiegando che la lotta per la riconquista del contratto è «una battaglia comune di tutta la Cgil e non riguarda solamente i lavoratori metalmeccanici». Oggi l’assemblea si chiuderà  varando il testo della piattaforma da sottoporre al voto dei lavoratori.


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