Un civile detenuto in Iraq ucciso con «violenza ingiustificata»

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Moussa morì due giorni dopo l’arresto e ora l’inchiesta stabilisce che è stato ucciso dai soldati con «violenza grave, gratuita e ingiustificata»: il giudice William Gage definisce l’episodio «una grande macchia nella reputazione dell’esercito». Sul corpo del giovane sono state trovate 93 ferite e segni di pratiche come l’incappucciamento, proibite dal diritto umanitario. Per la morte del giovane nel 2007 è stato condannato a un anno di carcere e l’espulsione dell’esercito il caporale Donald Payne, ritenuto colpevole di crimini di guerra. L’inchiesta incolpa i comandanti del battaglione di ignoranza e negligenza: erano tenuti a sapere che le pratiche usate sono vietate dal 1972, e a conoscere quello che stava accadendo ai prigionieri in loro custodia e avrebbero dovuto denunciare gli abusi. Il giudice Cage accusa di «mancanza di coraggio morale» tutti i membri del battaglione. Durissime le reazioni in Gran Bretagna. Il primo ministro David Cameron parla di «incidente scioccante e spaventoso che non sarebbe dovuto accadere e non accadrà  mai più». Dall’inchiesta emergono anche 73 raccomandazioni per migliorare il trattamento dei prigionieri di guerra.


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