Elkann: “Non cambia l’impegno Fiat in Italia”

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GENOVA – «L’uscita da Confindustria? Non cambia il nostro impegno per l’Italia». Il presidente della Fiat John Elkann arriva a Genova, allo Yacht Club Italiano, per presentare “Maserati”, la nuova barca con cui il velista Giovanni Soldini tenterà  di battere tre record di velocità , diventando così il monoscafo più veloce al mondo. Ma non può certo sottrarsi a taccuini e telecamere che lo invitano a commentare il clamoroso annuncio dell’imminente addio del gruppo torinese alla casa degli imprenditori italiani. «La nostra uscita da Confindustria, che ha motivazioni logiche e coerenti, non modifica i nostri impegni in Italia» ribadisce Elkann. E dopo giorni di burrasca, il titolo Fiat in Borsa riprende a veleggiare, conquistando alla fine un più dieci per cento. A smontare a sorpresa, tuttavia, la motivazione con cui la Fiat ha deciso di uscire da Confindustria, è intervenuto ieri il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo cui l’accordo interconfederale del 21 settembre «non ha né depotenziato né sterilizzato» le norme dell’articolo 8 del decreto governativo. Dichiarazione subito apprezzata dall’associazione guidata da Emma Marcegaglia: «Così si sgombra il campo da qualsiasi equivoco».
Ma torniamo all’intervento di Elkann. «Il nostro impegno è coerente con quello che abbiamo realizzato – ha detto il presidente del Lingotto – andiamo a vedere quello che abbiamo fatto in questi ultimi tempi, lunedì scorso abbiamo annunciato il nostro l’impegno a Mirafiori e quello in Irpinia con i motori nuovi. Questi sono tutti investimenti che vogliamo realizzare in Italia. A Grugliasco, dove produrremo quattro nuovi modelli di Maserati, c’è uno stabilimento chiuso da cinque anni. E andiamo anche a vedere che cosa stiamo facendo a Pomigliamo, dove stiamo costruendo le Panda. Ecco, tutti questi sono investimenti che abbiamo fatto in Italia».
Diverso il caso di Termini Imerese. Qui rimangono diversi aspetti da chiarire nel piano industriale di Dr Motor per lo stabilimento di Termini Imerese che Fiat ha deciso di lasciare a fine anno. I nodi riguardano i lavoratori delle aziende dell’indotto, gli ammortizzatori sociali e i lavoratori pensionabili. E’ quanto sostengono i sindacati, che oggi riuniranno i lavoratori dello stabilimento siciliano e chiederanno il mandato per proseguire la trattativa. Poi, si procederà  con tavoli no-stop: il primo è già  stato fissato per lunedì prossimo al ministero dello Sviluppo economico. Ieri il sindacato europeo metalmeccanici ha espresso la sua solidarietà  ai lavoratori di Termini e a quelli di Iribus.
La Fiom, intanto, si prepara a una mobilitazione generale, per tutte le questioni rimaste ancora aperte in Fiat. «Di fronte a quello che sta succedendo non è più accettabile discutere stabilimento per stabilimento – ha detto il leader Maurizio Landini – C’è bisogno ormai di una visione complessiva, di gruppo». Landini ha quindi annunciato un’assemblea nazionale di tutti i delegati del gruppo Fiat, che si terrà  sabato a Roma, per «decidere iniziative adeguate, compresa una mobilitazione di tutto il gruppo».


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