Grecia al crac, paralizzata per 48 ore

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BRUXELLES — «La madre di tutte le battaglie». Così il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, ha definito il tentativo di far passare oggi in Parlamento le misure aggiuntive di austerità  richieste dall’Europa mentre è in corso la seconda giornata di sciopero generale, che sta paralizzando il Paese e ha visto scendere in piazza una folla enorme per le strade di Atene, trasformate in zona di guerriglia dalle proteste più violente contrastate dalla polizia antisommossa con lanci di lacrimogeni. «Sappiamo che nel consolidamento fiscale c’è un momento molto doloroso», ha ammesso a Bruxelles il presidente della Commissione europea commentando la dilagante disoccupazione esplosa in Grecia e dichiarandosi vicino al popolo greco per gli enormi sacrifici che sta affrontando. Ma la Commissione europea ricorda anche che la Grecia deve varare le nuove misure per ottenere gli otto miliardi di aiuti Ue senza i quali il governo di Atene rischia l’insolvenza già  dal mese prossimo.
Barroso considera i tagli in arrivo un passaggio per poi rilanciare la crescita nel Paese. Ma la folla scesa in piazza ad Atene (200 mila persone per i sindacati, circa 125 mila per le autorità  locali) contesta l’austerità  a carico dei più deboli con tagli pesanti ai dipendenti pubblici e alle pensioni. Il premier Georges Papandreou, che con la sua maggioranza fondata su soli quattro voti ha superato ieri la votazione preliminare, deve fare i conti con i dissensi interni in linea con le posizioni dei manifestanti. I sindacati sono irritati soprattutto per i tagli a raffica nei posti di lavoro statali e per la sospensione della contrattazione collettiva nel privato.
La manifestazione dei due principali sindacati greci si è svolta pacificamente sullo stile degli «indignados». Alcuni gruppi di incappucciati hanno scatenato scontri davanti al Parlamento con le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni spostando la guerriglia in molte stradine del centro di Atene. Le tv hanno documentato numerosi arresti. Sono stati incendiati cassonetti ed edicole. Attacchi hanno colpito banche, pompe di benzina e negozi non aderenti allo sciopero. Il bollettino dei feriti include poliziotti, dimostranti e almeno tre giornalisti che seguivano le proteste. I gruppi più violenti devastavano quasi tutto quanto trovavano sulla loro strada. «Dobbiamo spiegare a tutta questa gente, indignata per il cambiamento delle loro vite, che quanto sta accadendo non è lo stadio peggiore della crisi — ha detto Venizelos —. Uno sforzo è necessario per evitare il livello più profondo». Il presidente stabile del Consiglio Ue, il belga Herman Van Rompuy, ha confermato che «la crescita sta rallentando in Europa e nel mondo» e pertanto bisogna intervenire. L’Eurogruppo/Ecofin dei ministri finanziari, in programma domani e sabato a Bruxelles, preparerà  il decisivo summit dei capi di governo di domenica prossima. Potrebbe frenare l’irritazione degli «indignados» contro le banche e le entità  finanziarie, che direttamente e indirettamente hanno risucchiato il grosso degli aiuti anticrisi dell’Ue e dei singoli Stati, aumentando il Fondo salva-Stati e le perdite a carico dei privati sui titoli greci dal 21 ad almeno il 50%.


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