La rabbia della banche italiane “Penalizzati dai criteri europei”

Loading

MILANO – «E meno male che abbiamo un italiano a capo dell’Eba! Queste misure sembrano scritte da francesi e tedeschi, che ancora una volta se la cantano e se la suonano. Non finisce qui». Parla un banchiere italiano, tanto importante quanto arrabbiato. Il pacchetto di irrobustimento studiato dall’autorità  guidata da Andrea Enria mette tra i somari le banche italiane. Quelle che – un vecchio mantra ormai – sono più solide, tradizionali e con meno leva, e pagano la spericolatezza straniera che ha gettato il mondo e la finanza in un pozzo.
Bankitalia ha un po’ preso le distanze: «Si tratta di cifre indicative e preliminari», in attesa dei dati finali di metà  novembre. E per ridurre il fabbisogno «ci si attende che le banche limitino l’erogazione di dividendi e bonus». I vigilati però masticano amaro, e da oggi tenteranno, muovendosi tra l’Abi e Via Nazionale, un’azione forte e contraria alle logiche dell’Eba. «Misure del genere per noi sono prive di senso e vanno gestite in un certo modo – prosegue il banchiere – o rischiamo di chiedere i crediti alle aziende. Non c’entrano le banche: è il Paese che non conta più niente, neanche in Europa. La Banca d’Italia si è battuta per limitare i danni, ma ha perso, contro l’asse franco-tedesco. Ora riflettiamo tra noi, poi non mancheranno tutte le iniziative possibili».
L’autorità  bancaria europea ha deciso che entro giugno 2012 andrà  costituito «un cuscinetto temporaneo di capitale per riflettere i prezzi di mercato dei titoli sovrani» in capo alle banche. E ha ingiunto alle maggiori 70 banche continentali (parte delle 90 che fecero lo stress test estivo) di salire al 9% di patrimonio primario, dopo avere valutato al mercato i titoli sovrani eurozona, sia detenuti per trading sia da portare a scadenza. «Qui sta il grande inghippo – racconta un’analista – non hanno considerato solo i debiti “periferici” ma anche i bond di paesi a tripla A come Francia e Germania, di cui le locali banche sono piene. Questi bond viaggiano sopra la pari, se li rivaluti hai delle plusvalenze». Solo che sono plusvalenze fittizie, perché quei titoli alla scadenza saranno rimborsati alla pari, come anche – salvo catastrofi – i Btp italiani che zavorrano le banche domestiche. Altro aspetto che penalizza l’Italia è che l’Eba non tiene conto della cornice, già  da alcuni adottata, di Basilea 3, che impone alle banche di ridurre la leva debitoria (e tra le più indebitate ci sono francesi e tedesche). «Queste cifre sono frutto esclusivamente dell’esposizione sui debiti sovrani delle banche europee, fino a ieri considerata priva di rischio. E che, per quanto riguarda l’Italia, continuiamo a considerare priva di rischi – ha scritto in una nota piccata la Fondazione Mps – in piena sintonia con quanto detto dal presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, riteniamo che decisioni del genere mettano a rischio la ripresa economica e la tenuta sociale in Europa». Proprio Guzzetti, l’azionista degli azionisti bancari, è descritto come «imbufalito».
I numeri dell’Eba dicono che entro otto mesi le prime cinque banche italiane dovranno colmare un deficit di capitale di 14,77 miliardi: 7,38 Unicredit, 3,1 Mps, 2,81 Banco popolare, 1,48 Ubi banca. Mentre a Intesa Sanpaolo, reduce da una ricapitalizzazione da 5 miliardi che ha portato al 10,2% il patrimonio, non servono altri quattrini. Solo la Grecia (30 miliardi) e la Spagna (26 miliardi) sono messe peggio, mentre, per l’Eba, alle banche francesi mancano 8,8 miliardi, alle tedesche 5 miliardi. Difatti in Borsa i titoli di Parigi e Francoforte hanno fatto faville più di tutti.
Come faranno le banche italiane a trovare fondi pericolosamente simili alla terremotata capitalizzazione? A Piazza Cordusio il velo si alza il 14 novembre: l’aumento è probabile, ma già  riuscendo (con piccole modifiche), a sommare il convertendo Cashes al capitale il deficit cala a 4,39 miliardi. A Mps, convertito il prestito Fresh e prese altre misure, servono 1,4 miliardi, mentre gli 1,9 miliardi di Tremonti bond, per ora, non saranno certo rimborsati. Banco popolare ha deciso, ieri, di convertire un bond in capitale, e altre azioni sul capitale, ma non l’aumento. Stessa cosa per Ubi banca.


Related Articles

Francia. Ferrovieri e studenti sfidano Macron

Loading

Paralisi dei treni, inizia un duro sciopero a singhiozzo fino al 28 giugno, contro la liberalizzazione. Movimento in una decina di università. La violenza alla facoltà di Legge di Montpellier

«Venite a vedere dove l’art. 18 non c’è…»

Loading

Il primo settore a sentire la crisi, in un paese come l’Italia, è l’edilizia. Parla Walter Schiavella, segretario nazionale della Fillea Cgil, che oggi riunisce i suoi delegati e il 3 marzo scenderà  in piazza.

Marchionne rifà  la squadra per Fiat-Chrysler 22 manager «Fusione, ora acceleriamo»

Loading

La fusione, quando arriverà , sarà  «solo» un fatto tecnico-finanziario. Fiat-Chrysler sono già  a tutti gli effetti un’unica azienda. Nella produzione. In bilancio. Ora anche nel management.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment