Maroni: «Nuova legge Reale per arginare la guerriglia»

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ROMA — Arresti preventivi, fermo in carcere fino a quattro giorni, divieto di travisare il volto con maschere, caschi o cappucci e la possibilità  di utilizzare armi da fuoco per garantire l’ordine pubblico. Questo (e non solo) prevedeva la legge Reale, promossa dall’allora Guardasigilli repubblicano Oronzo Reale e introdotta il 22 maggio del 1975. La proposta di Antonio Di Pietro di rispolverarla per affrontare l’«emergenza» ha scatenato polemiche bipartisan, ma Roberto Maroni sta valutando seriamente la possibilità  di tirarla fuori dai cassetti: «Devo dire che per una volta sono d’accordo con l’onorevole Di Pietro».

Oggi il ministro leghista dell’Interno riferirà  in Senato e annuncerà  «nuove misure legislative che possano consentire alle forze dell’ordine di prevenire più efficacemente le violenze come quelle di sabato». Il leader dell’Idv parla di «legge Reale 2 alias Di Pietro» e Maroni di «legge Reale bis», ma il senso è quello. «Per stroncare la violenza — plaude Maurizio Gasparri — bisogna affermare il principio di legge e ordine». Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, non condivide la «posizione oltranzista» di Di Pietro, eppure Maroni la pensa «esattamente» come l’ex pm quando invoca «strumenti speciali e pene esemplari». Ma il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, si dice «assolutamente contrario a legiferare sull’onda dell’emotività », col rischio di generare una legislazione «contrastante e inefficace». Il governo però va avanti. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa non esclude che le nuove misure «concordate» con Maroni possano confluire in un decreto, che faciliti l’intervento delle forze dell’ordine «quando si tratta di separare coloro che manifestano rispettando le regole da coloro che, sentendosi ideologicamente contigui, ne approfittano per scatenare la violenza». La sinistra extraparlamentare respinge lo «stato di polizia» e l’idea di tornare alla legge Reale, che negli anni fu depotenziata fino a essere superata, di fatto, dalla legge Pisanu del 2005. Per i Verdi di Bonelli è «una proposta irricevibile», per i comunisti di Ferrero «una sciocchezza». Il Pd invece sta bene attento a non polemizzare con Di Pietro, né tantomeno con Maroni. «Legge Reale bis? Siamo aperti a qualsiasi miglioramento delle leggi esistenti — interpreta la linea di Bersani la presidente dei senatori Anna Finocchiaro — Ma ciò che serve è applicare le leggi esistenti e promuovere quella prevenzione che forse andava fatta prima e meglio». Rosy Bindi conferma che il Pd è pronto a fare la sua parte «per non dividere il Paese», però chiede «un’inchiesta della commissione di vigilanza sui servizi segreti» e polemizza con La Russa: «Non vogliamo mai più sentire che i movimenti violenti trovano terreno favorevole nelle critiche delle opposizioni al governo». E duro è anche il vicesegretario del Pd, Enrico Letta: «Maroni? Forse bisognava attivarsi con maggiore professionalità  per evitare il blackout con i black bloc». L’Udc chiede che il ministro riferisca anche alla Camera e i sindacati di polizia si preparano a protestare contro i tagli alla sicurezza.


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